Ansia da scuola: perchè i bambini ne soffrono

Un studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale ha scoperto che ben il 15% dei bambini soffre di ansia e depressione.

Secondo un recente studio pubblicato sul “Journal of Child Psychology and Psychiatry” il 15% dei bambini soffre di ansia e depressione in coincidenza con la riapertura delle scuole. La ricerca è stata fatta su un campione di 1.758 bambini di età compresa fra i 5 mesi e i 5 anni. Lo studio ha messo in evidenza come la riapertura delle scuola possa essere il fattore scatenante di disturbi quali ansia e depressione nei bambini che sono, però, sono più predisposti di altri.

Ansia e scuola: cosa li lega

Chi da bambino non ha avuto modo di sperimentare in prima persona questa sensazione? Vale a dire quella dell’ansia scolastica. È dovuta principalmente al desiderio di essere apprezzati; ammirati e allo stesso tempo alla paura di essere rifiutati per i propri risultati. La sbagliata convinzione che un numero su un pezzo di carta possa definire quello che siamo; ciò può essere uno dei principali motivi che inducono i bambini a soffrire di questi stati d’ansia.

In cosa consiste questo studio? Tale ricerca è stata condotta da un gruppo internazionale di ricercatori; provenienti dalle università canadesi di Montréal, di Laval, di McGill; dall’Istituto francese Inserm; dalla Carnegie Mellon University degli Stati Uniti; e dalla University College di Dublino. Insomma un bel team! Probabilmente, negli ultimi tempi, famiglia, scuola e società richiedono ai bambini di oggi delle responsabilità che non sono proporzionate alle loro forze psico-fisiche. E proprio questo, secondo quanto emerge dalla ricerca in questione, potrebbe essere motivo di ulteriore stress per i piccoli; per cui la percentuale (15%) risulterebbe più elevata di quella del passato.

Inoltre questo studio ha il merito di aver individuato due fenomeni predittivi dello sviluppo d’ansia e depressione nei bambini: il temperamento del bambino verso i 5 mesi e la durata della depressione della madre nei primi anni di vita del figlio. Questi due aspetti sono in grado di rivelarci se il bambino sarà più o meno predisposto allo stato di depressione. In tal caso, fattori esterni come le pressioni della scuola e le aspettative della famiglia possono fare emergere e peggiorare un disagio già preesistente.

Come riconoscere l’ansia scolastica

Imparare a gestire l’ansia scolastica è possibile. A tal proposito il centro di Psicoterapia e Scienza Cognitiva di Genova propone un percorso di intervento psicoterapeutico per i disturbi d’ansia tipici dell’infanzia e dell’adolescenza. Oggi molti bambini e adolescenti soffrono di ansia, con dei picchi in determinati momenti cruciali del percorso scolastico: tra i 5 e 7 anni, con l’inizio della scuola primaria; tra gli 11 e 12 anni, con l’inizio della scuola secondaria di primo grado; e infine tra i 13 e 14 anni, con l’inizio della scuola secondaria di secondo grado, ovvero le superiori. Insomma il disagio si manifesta in maniera più forte ogni qualvolta il bambino è sottoposto a dei cambiamenti.

Prima di affrontare i sintomi e alcuni dei metodi che possono rivelarsi utili nella gestione dell’ansia; sembra opportuno fare una premessa. Parlando di disturbi d’ansia nell’età evolutiva, è normale che i bambini abbiano molte paure fisiologiche come ad esempio: la paura del buio, della separazione, degli animale e persino l’ansia da prestazione. Ma qual è il confine tra paura normale e ansia patologica? La distinzione si deve basare su criteri di intensità, frequenza e durata. Perciò se la reazione d’ansia del bambino è frequente, intensa e dura a lungo; in questo caso si può parlare di ansia patologica.

Ora vediamo insieme quali possono essere i segnali che possono indicare l’inizio di uno stato depressivo. Come nell’adulto, l’ansia è associata a manifestazioni somatiche come: mal di testa; pianti e tremori; i famosi mal di stomaco che portano a chiedere ai bambini di tutto il mondo di non andare a scuola; difficoltà di addormentarsi, in questo caso il bambino cerca spesso il lettone di mamma e papà; e infine nei casi più gravi vomito, febbre e crisi di panico che possono manifestarsi all’ingresso della scuola.


Come si può gestire

Come abbiamo accennato prima, il centro di Psicoterapia e Scienza Cognitiva di Genova propone la terapia cognitivo-comportamentale come possibile trattamento di questi disturbi dell’età evolutiva. Durante la terapia è fondamentale il sostegno e la collaborazione dei genitori; il grado di coinvolgimento è da commisurare in base all’età del bambino.

Il centro si avvale di strumenti terapeutici che, una volta appresi e usati con regolarità, si rivelano di grande aiuto per il superamento del disagio ed evitare che si ripresenti in futuro. L’idea di base è che il lavoro con i bambini e ragazzi consiste nell’eliminare i pensieri negativi ed irrazionale e allo stesso tempo rafforzare le credenze razionali, le quali difficilmente nascono in maniera spontanea nei bambini; in quanto fanno parte di un sistema dove gli adulti esercitano una notevole influenza.

Alcune delle principali tecniche usate dai professionisti sono: la Psicoeducazione che ha l’obiettivo di aumentare il vocabolario emotivo del bambino, condividendo con il piccolo paziente il numero più ampio di termini per definire le emozioni che si provano. Prerogativa fondamentale della terapia è saper riconoscere le emozioni per poi riprodurle attraverso “Il Termometro delle Emozioni“. Grazie a questo strumento, il bambino può indicare l’intensità di una emozione provata in un determinato episodio della sua vita.

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