Alex Schwazer Doping fai da te: danni più gravi o scarsi effetti, ecco cosa si rischia

I Giochi olimpici di Londra 2012 stanno volgendo al termine ed è ora di cominciare a tirare le somme. Le note dolenti sono infatti già tutte e servite sul tavolo e sarà difficile che nei tre giorni che ci separano dalla cerimonia di chiusura possa accadere qualcosa di peggio di quanto già accaduto. Il pensiero corre ovviamente alla notizia della positività all’eritropoietina del marciatore Alex Schwazer, arrivata come un fulmine a ciel sereno in una giornata che si preannunciava stupenda per i nostri colori grazie alle tre nuove medaglie appena conquistate.

Ormai lo sapete, Schwazer è reo confesso. Nemmeno il tempo di aspettare i risultati delle contro-analisi e lasciarci sperare in un errore, uno scambio di nomi o campioni che lui aveva già confessato tutto (?) in una conferenza stampa drammatica (qui il video) in cui non ha fatto altro che piangere e autoaccusarsi: “io ho preso questa sciagurata decisione, io mi sono informato su internet, io sono andato in Turchia a procurarmi il farmaco e , sempre io, me lo sono iniettato diverse volte nelle ultime tre settimane“. Con tutta la delusione e la rabbia che può suscitare una simile notizia, quel che più colpisce è proprio la gestione fai da te di tutta la vicenda. Alcuni non gli credono: “Come è possibile che abbia fatto tutto da solo? Chi sta coprendo?“. Eppure non è così difficile credere che se uno vuole doparsi non riesca a farlo anche senza un medico connivente. Anzi, se vogliamo, oggi è quasi più semplice far da sé che trovare un esperto che voglia rischiare di rovinare la sua carriera per fare una cosa scorretta dal punto di vista medico-deontologico e sportivo. Peccato che questo far da sé, oltreché molto più diffuso di quel che si pensa, sia anche più pericoloso del doping assistito.

La cosa assurda è che spesso questi maggiori rischi si corrono pure per niente, perché il doping nelle mani di chi non lo sa usare finisce per essere quasi sempre controproducente sulla prestazione sportiva che si voleva invece migliorare. Questi medicinali sono potenzialmente nocivi perché molto potenti: se qualcuno ha una malattia o un’invalidità che lo rende più sensibile al farmaco, oppure prende medicine antagoniste, può andare incontro a problemi serissimi e persino perdere la vita. Ma anche le persone sane o apparentemente tali, potrebbero avere reazioni avverse inattese che solo un medico esperto può individuare precocemente e impedendo che si trasformino in qualcosa di più serio e irreversibile, tenendo monitorata la situazione con le opportune indagini. Come? Conoscendo il paziente, facendo indagini prima di somministrare qualunque cosa e, soprattutto, tenendo monitorata la situazione in corso di utilizzo. Se già questo non è sufficiente a garantire l’assenza di pericoli, figuriamoci il fai da te. Senza contare, appunto, che alterando l’equilibrio e lo stato di salute dell’organismo le sostanze dopanti potrebbero addirittura minacciare la performance sportiva. La cosa migliore che può capitare che a questi “furbetti fai da te” è di imbattersi in qualcuno più furbo di loro che gli vende acqua fresca spacciandola per chissà quale prodotto miracoloso. In questo caso infatti non ci sarebbe l’effetto sperato ma nemmeno i temibili effetti collaterali e a rimetterci sarebbe tutto sommato solo il portafoglio.

Purtroppo però agli sprovveduti non va sempre così “di lusso” da essere truffati. Primo perché la maggior parte di queste sostanze vendute in internet o “sotto banco” sono vere, di ottima qualità e perfettamente funzionanti. Infatti, non è detto che ciò che è proibito da noi sia proibito anche altrove. Basta rivolgersi alle industrie farmaceutiche o alle farmacie online che hanno sede in nazioni in cui la legge non vieta il commercio di queste sostanze per poter acquistare sostanze autentiche in modo del tutto lecito, o quasi. Non si spiegherebbe altrimenti  perché il loro mercato è cresciuto fino a muovere un giro d’affari di 500 milioni di euro l’anno solo in Italia.

Secondo perché non c’è bisogno di essere degli smanettoni o conoscere loschi figuri per procurarsi sostanze dopanti. Alcune sono contenute in farmaci insospettabili acquistabili facilmente e legalmente anche da noi o che comunque potremmo avere in casa perché li usa un nostro familiare per scopi medici. Chi vuole doparsi gestendosi in completa autonomia ha insomma vita fin troppo facile. 

Il doping fai da te è comunque meno frequente tra i professionisti di quanto non sia tra i dilettanti e in questo, se vogliamo, Alex Schwazer è un caso “anomalo”. Il professionista infatti rischia molto a ricorrere al doping e quindi non vuole sbagliare. Inoltre, è abituato a farsi seguire da esperti per qualunque aspetto riguardi la sua salute e il suo benessere, e anche in caso di illecito sportivo come questo cerca “quello bravo” che sappia come usarlo per ottenere il massimo effetti voluti col minimo dei rischi per la salute e di essere scoperti. Chi non lo fa può aver trovato intorno a sé un ambiente poco propenso a questo tipo di pratiche oppure ha una scarsa cultura sportiva su tutta la linea che non lo porta nemmeno ad avere un minimo di riguardo per il proprio corpo. In ogni caso è abbastanza semplice bloccare il fenomeno: controlli frequenti e a sorpresa interni alle Società sportive non solo smaschererebbero i furbetti del doping fai da te ma scoraggerebbe altri a provarci. Diverso è invece il discorso tra i dilettanti nei quali il desiderio e la possibilità di trovare aiuti esperti sono minori e sui quali i controlli sono qusi inesistenti.

La facile reperibilità di queste sostanze e la diffusione di messaggi per cui l’uso di “aiuti chimici” legali per migliorare le prestazioni fisiche e mentali  (si pensi alle pubblicità martellanti di integratori daglieffetti miracolosi venduti al supermercato o in farmacia), unite alla mancanza di controlli efficaci anche come deterrente fa sì che si sia sviluppata la convinzione che l’aiutino non è così scorretto o pericoloso. Ma non è affatto così: il fai da te, che sia fatto da un professionista o da un dilettante, è molto più pericoloso di quello gestito da un medico esperto. E può essere anche controproducente per la prestazione sportiva.

LINK SCHWAZER:
Alex Schwazer Doping: il sito del Coni “dimentica” la sua foto online.

L’intervista blogosferica del 2008: “Sono uno che ha anche bisogno di un abbraccio”.

Lettera aperta ad Alex Schwazer.

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