Bere e allenarsi: fa male bere mentre si suda?

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

Sul bere o no mentre ci si allena circolano consolidate tradizioni e vecchie leggende. Ogni sport, ogni allenatore, ogni praticante ha la sua verità, che – incredibilmente – per lui sembra funzionare alla perfezione!
Ma se volessimo ricavare un approccio ideale col bere durante l’allenamento? Sulla base di quali principi muoverci?

Ad alcuni atleti dà fastidio bere durante una intensa attività fisica, ad altri no. Ma a parte le sensazioni soggettive, ci sono cautele particolari da prendere per la reidratazione durante l’attività fisica?

Un’accortezza riguarda la temperatura: se siete molto accaldati, o se fa molto caldo, meglio evitare di bere bevande troppo fredde: qualche persona dallo stomaco più sensibile potrebbe avere problemi digestivi, o addirittura una congestione.

Per abbassare rapidamente la temperatura corporea sono validissimi i trucchi della nonna: bagnare nuca, fronte e polsi con acqua fredda; ma ricordate che questa tecnica non è una magia, e non autorizza automaticamente a buttar giù dopo un secondo acqua a temperatura di congelamento! Bisogna pur dare al corpo il tempo di raffreddarsi, no? Ascolto, sempre ascolto; e, se volete bere liquidi molto più freddi… di voi, cominciate a piccoli sorsi, tenendoli in bocca per qualche secondo per portarli a temperatura corporea.

Se fuori invece fa molto freddo (e voi non avete molto caldo!) può risultare piacevole bere anche dei liquidi tiepidi (mi raccomando, ho detto tiepidi…).
Ma veniamo alle cose serie.

Sul cosa bere ci siamo piacevolmente dilungati nei giorni precedenti, ora la regola più importante che vorrei darvi è questa:

Quando bevete durante o subito dopo uno sforzo, e le pulsazioni cardiache sono quindi al di sopra di quelle di riposo, non bevete nulla che non abbia almeno la temperatura dell’ambiente soleggiato.

I saggi maestri cinesi delle più antiche Scuole di gong fu facevano tenere l’acqua all’aperto, sotto il sole, non all’ombra: quella è la temperatura dell’ambiente. Lo stesso ambiente in cui il corpo è immerso. (Se era nuvoloso, ovviamente, l’acqua stava all’ombra… delle nuvole.)

Quando si è in regime di tachicardia, è opportuno bere liquidi a temperatura non inferiore a quella dell’ambiente:
questo aiuta il cuore a non affaticarsi. La fisiodinamica del processo è abbastanza complessa, tuttavia l’assunzione regolare di liquidi a bassa temperatura in regime di tachicardia, se ripetuta negli anni, può affaticare l’apparato circolatorio.
Niente di grave se avete quest’abitudine, basta modificarla; se non ce l’avevate, meglio ancora partire col piede giusto!

Non importa se avete caldo o freddo, dunque: basatevi sulla frequenza cardiaca: a riposo potete bere acqua a qualsiasi temperatura (fatto salvo il discorso congestizio che abbiamo fatto sopra); più il cuore è accelerato, più la temperatura dell’acqua dev’essere pari alla massima temperatura ambientale, la temperatura in cui il corpo stesso è immerso. È una regoletta un po’ empirica, ma perfettamente funzionale!

Ricordate che la sensazione che l’acqua non fredda non disseta è un errore logico: un liquido freddo immesso nel corpo gli sottrae un po’ di calore, quindi se abbiamo molto caldo ci dà una sensazione piacevole: ma l’acqua a temperatura ambiente entra nei tessuti del corpo forse meglio di quella più fredda.

Se volete il meglio dei due mondi, usate l’acqua fredda per bagnarvi o sciacquarvi la bocca, e quella calda per bere; oppure tenete ogni sorso d’acqua fredda a lungo in bocca, in modo che si riscaldi ed intanto vi… raffreddi.

State freschi 🙂

Image courtesy salute.virgilio.it

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