Bilanci o buoni propositi? Ecco cosa è meglio per iniziare l’anno con lo spirito giusto

Alla Temple University non hanno dubbi: fare la lista dei buoni propositi per l'anno che verrà serve a poco, sarebbe invece più opportuno cominciare l'anno nuovo compilando un bell'inventario di quanto successo l'anno passato o anche facendo il punto dei risultati raggiunti e quelli ancora da raggiungere.

Delusi?! Confessate! Avevate già la lista con i vari "mi metto a dieta", "smetto di fumare", "vado in palestra", …
Se può consolarvi: siete in tanti. Di sicuro più numerosi di quelli che invece hanno pronto il bilancio del proprio anno passato.

Eppure, in altre circostanze, la maggior parte delle persone tende ad essere più "tipo da bilancio" che non "da buoni propositi"."In molti campi facciamo inventari o tiriamo le somme alla fine dell'anno", spiega infatti, Frank Farley, psicologo dell'università americana, "ma non siamo altrettanto bravi a farlo anche a proposito di noi stessi, riflettendo e cercando di capire cosa abbiamo fatto nell'anno appena trascorso e come". Secondo Farley, invece, la fine dell'anno è un momento particolare che dovrebbe essere sfruttato appieno come un'opportunità unica.
"Non penso che sia insignificante, in questo momento dell'anno, fare il punto, psicologicamente, su noi stessi e stabilire su cosa bisogna lavorare, cosa migliorare, cosa affrontare". Inoltre il Capodanno è un'opportunità unica per cercare di risolvere piccoli problemi interpersonali e dare alle relazioni nuove possibilità, ad esempio perdonare un torto o uno sgarbo e ricominciare da capo. In altri termini il Capodanno, come dice il nome, ci dà una concreta possibilità di mettere un punto e andare a capo: quello che durante l'anno avremmo spesso voluto fare, ma che non ci è stato possibile perché la percezione era quella di un periodo ancora in divenire.

Farley conclude quindi con un suggerimento pratico: "fare una lista delle cose più importanti da fare o affrontare con l'inizio dell'anno nuovo e soprattutto condividerla". Pensarla soltanto o metterla nero-su bianco per metterla in un cassetto segreto non servirebbe secondo lo psicologo. "Una volta fatta la lista di risoluzioni e intenzioni" spiega infatti "la cosa migliore è condividerla con la propria famiglia o con gli amici, per avere supporto e sostegno, ma anche motivazione e senso di responsabilità, in più".

Immagino intendesse dire che quando si dichiara pubblicamente qualcosa, poi si è più motivati a realizzare davvero quanto detto per non essere giudicati male, mentre se lo si tiene per sé al limite è con la nostra coscienza che poi dobbiamo fare i conti. Ma questo vale o dovrebbe valere anche per i buoni propositi.

Sono un po' scettica su queste considerazioni. Infatti, so per esperienza personale che anche fare bilanci può essere "pericoloso" per il proprio stato d'animo. Se si è persone che normalmente tendono a essere pessimiste e a sottovalutarsi, fare un bilancio potrebbe voler dire risultare sempre in "passivo" e rimanere delusi. È vero che condividere con altri potrebbe farci vedere le cose in modo più obiettivo, ma dipende sempre dalla capacità e dalla sensibilità di chi ci sta intorno di comprenderci e non credo che iniziare l'anno affidando il destino del nostro stato mentale ad altri sia un bene.

Vi dò il mio consiglio, poi decidete voi se seguire questo o quello di Farley. Cercate di capire cosa vi fa stare davvero meglio, anche tornando indietro con la memoria ai capodanni passati se necessario e poi, che siano buoni propositi o bilanci, mettete in pratica. Non c'è niente di meglio per iniziare bene un anno nuovo che dimostrare di volersi bene assecondando le proprie inclinazioni personali positive.
 
Fonte: Temple University

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