Campionati del Mondo di Calcio – Programmare la performance

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

Un periodo di preparazione medio per una Nazionale di calcio, ad esempio per il Campionato del Mondo, è di due mesi. Le squadre più fortunate possono contare su un periodo più lungo, ma si può arrivare anche a 40 giorni.
Cosa fare in questo periodo per ottimizzare la prestazione della squadra? Le squadre che contano di arrivare a disputare anche gli ultimi incontri dei Mondiali devono considerare anche i 30 giorni circa della durata del torneo, mentre le squadre che ritengono di non superare le qualificazioni hanno, in un certo senso, un compito più facile: possono permettersi di concentrare lo stato di forma migliore in un periodo di pochi giorni. Le squadre più forti devono invece fare una scelta, perché non è possibile acquisire la massima forma e mantenerla per un mese, avendo solo otto settimane di preparazione a disposizione.

Cosa fare, dunque, per raggiungere i migliori risultati?

Innanzitutto, se – come accade in Italia – il ritiro della squadra comincia a ridosso della fine del campionato nazionale, i giocatori hanno 5-10 giorni di vacanza. Nonostante abbiano delle tabelle di allenamento da seguire quando sono lontani dal loro club, capita a volte (specie se sono arrivati soggettivamente affaticati alla fine del campionato) che il lavoro non venga svolto come da programma. In qesto caso, a dire la verità, mi sembra un vantaggio: la freschezza e la voglia di giocare sono importantissime nello sport, e molti atleti (come chi scrive) traggono giovamento dai cambiamenti e dalle variazioni.

Abbiamo, dunque, 8 settimane prima della prima partita. Qui i tecnici cominciano a fare le scelte strategiche. Sostanzialmente, gli interrogativi da risolvere si riducono a tre:
Quando vogliamo il picco di forma? Quanto deve durare? Quanta differenza vogliamo tra il picco di forma e la forma media?
Dicevamo ieri che la durata della condizione dipende dalla quantità di lavoro svolta. Non sarebbe difficile mantenere la forma più alta per 30 giorni se la preparazione fosse durata 4-8 mesi, ma sfortunatamente non abbiamo questo tempo; dunque dobbiamo scegliere.

Le squadre più forti, che presumono di arrivare vicine alla finale, puntano – se non ad arrivare alla forma massima nell’ultima partita – a non perdere troppa condizione per le ultime partite. In questa scelta c’è un rischio: la forma non sarà molto buona nei primi incontri, ed è possibile che un outsider abbia il sopravvento. Non è raro vedere, ai Mondiali, squadre importanti faticare molto nei primi incontri. È una cosa che capita spesso all’Italia… A volte si fatica troppo, e si è fuori. Non dobbiamo dimenticare, naturalmente, che ai risultati di una squadra contribuiscono svariati fattori, non ultimo l’amalgama tra i giocatori. Data la brevità del periodo di preparazione, spesso i giocatori cominciano a conoscersi – ed ad assimilare le richieste del CT – man mano che giocano assieme. Se a questo si aggiunge una forma fisica inizialmente imperfetta, si capisce il rischio.

Nel prossimo post vedremo uno schema d’esempio di preparazione per una squadra di alta qualificazione.

Image courtesy repubblica.it

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