Carbone nella calza, si o no? (con videoricetta per quello di zucchero)

E’ il dilemma di ogni genitore che si stia apprestando a riempire la calza della Befana. Molti pediatri dicono “no” a carbone e altri simboli punitivi per bambini che non sono stati proprio buonissimi, perché “mortificano i piccoli e ne minano l’autostima“. È di questo avviso, ad esempio, Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell’università di Milano-Bicocca, che alla vigilia dell’arrivo della celeberrima vecchina mette al bando il carbone, e invita genitori e nonni a non essere severi con i bambini. L’esperto, suggerisce inoltre di non badare a spese e, se proprio si vuole (o si deve) tagliare i costi, “rinunciare semmai ai dolci griffati o particolarmente lavorati“. “A piccoli e adolescenti interessa il simbolo, molto più di quel che poi trovano dentro” e se la crisi incalza “non sarà certo la calza della Befana a far naufragare il bilancio di famiglia, dunque non ha senso ridurne le dimensioni rispetto agli anni precedenti, optando per una mini-calza“.
La tradizione che vede la nonnetta vagare sui tetti a cavallo della sua scopa per donare dolcetti e leccornie ai piccini “va preservata assolutamente – raccomanda Farnetani – Per i bambini tutto è in continuo cambiamento, perché il loro organismo muta sottoponendoli a una progressiva metamorfosi. Per questo hanno bisogno di punti di riferimento stabili, e la festa dell’Epifania è una tradizione che sicuramente costituisce uno di questi pilastri“.

Insomma, niente brutte sorprese nella calza della Befana e spazio, invece, a cioccolato, snack, dolcetti e altre leccornie in abbondanza che manderanno i piccoli in brodo di giuggiole.
Carbone e punizioni limiterebbero “il loro diritto a essere felici e se qualche mamma o papà crede che il piccolo abbia bisogno di una lezione “si sbaglia di certo a pensare che questo sia il giorno adatto – chiarisce il pediatra – Innanzitutto perché “non esistono bimbi cattivi. Se il piccolo è aggressivo o violento, vuol dire che c’è qualcosa che non va nel contesto in cui vive. Perciò i genitori dovrebbero interrogarsi al riguardo, capire il disagio piuttosto che impartire una lezione che guasterà una giornata che per i bambini dovrebbe essere di piena e indiscussa felicità“.
Per quanto riguarda invece chili di troppo, nonché le carie che potrebbero prendere d’assalto i denti dei bambini “ogni preoccupazione, in questi giorni di festa, dovrebbe essere mandata in vacanza. Queste giornate – raccomanda – devono essere di piena libertà e gioia per i bimbi“. Senza contare, ricorda l’esperto, che “il cioccolato è stato scientificamente promosso a pieni voti, perché contiene acidi grassi monoinsaturi, dunque non dannosi, e sostanze benefiche anche sull’umore“.

Sarà come dice l’esperto, ma c’è qualcosa che non mi convince del tutto in questo discorso.

Il buonismo a tutti i costi o le vacanze dalle buone maniere e dai comportamenti corretti non mi piacciono. Ogni occasione dovrebbe essere buona per insegnare qualcosa e lasciare ai propri figli la sensazione che tutto nella vita ha un suo significato anche se è bello e divertente come una festa. Queste ricorrenze felici dovrebbero semmai indurre a scegliere modi più creativi e scanzonati per lanciare gli stessi messaggi educativi di sempre, in modo che i bambini possano coglierli senza doversi sentire mortificati o privati della libertà di essere felici. Non dimentichiamo che l’Epifania arriva dopo un mese di baldoria generale e che, a parte quest’anno in cui il calendario ha favorito un ponte lunghissimo, il giorno dopo in genere si dovrebbe tornare di colpo alla normalità. I bambini stanno cominciando a imparare a rispettare delle regole, se le si abbandona per un periodo piuttosto lungo e poi all’improvviso si pretende che le ritrovino appena l’Epifania tutte le feste si porta via, li si confonde e basta. Per esempio, i dolci. Qualche dolcetto in più va bene, ma no alla libera quantità e, soprattutto, nessuna deroga sulla buona abitudine di lavarsi i denti dopo averne mangiati. Inoltre, non dovrebbero diventare sostituti dei pasti ma caso mai oggetto di contrattazione per far mangiare anche alimenti di solito rifiutati come le verdure.
Sul discorso carbone poi eviterei calze senza dolcetti, ma non sottovaluterei l’intelligenza dei bambini. Loro sanno meglio di noi adulti se sono stati buoni o meno, perciò fare finta che siano stati bambini perfetti da meritare una calza piena solo di dolci, perché è festa e non si vuole avere intorno bimbi col broncio, mi sembra una volontà di quieto vivere che alla lunga non paga. Diciamo che una calza con tanti dolci ma anche con qualche carboncino sarebbe più onesta, soprattutto se si facesse capire al bambino attraverso la fiaba, il gioco o il racconto che la Befana non è stata molto contenta di certi suoi comportamenti ma che non per questo gli vuole meno bene. Nessuno è perfetto, ma continuare a lavorare per migliorare, dovrebbe essere valido a qualunque età.

E poi il carbone di zucchero piace molto ai bambini ed è difficile pensare che possa minare l’autostima di alcuno. Potrebbe anzi diventare un’idea creativa per trascorrere il pomeriggio coi propri bambini preparandoselo a casa invece di giocare con nuovi e costosissimi giochi da far trovare per forza nella calza. A questo scopo vi propongo la video-ricetta di Giallozafferano.it che tra l’altro è realizzato da Sonia, una cuoca davvero molto simpatica che ai bambini piacerà.

In ogni caso, credo che nessuno meglio di un genitore sa o dovrebbe sapere cosa è meglio per il proprio bambino. Anche tra fratelli che vivono a stretto contatto ci sono quelli più sensibili alle critiche a cui magari un carboncino fa male come un pugno nello stomaco e quelli a cui anche una calza piena non li scalfisce per nulla. Bisognerebbe, insomma, lasciar “decidere” ai bambini, nel senso che ogni genitore dovrebbe conoscere il proprio bambino abbastanza da capire che interpretazione potrebbe dare alla presenza di eventuali “dolci rimbrotti” nella propria calza.

Fonte: Adnkronos Salute

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