Creatività al potere col sogno di Salvador Dalì a Milano

Il genio di Salvador Dalì torna a Milano dopo una lunga e pesante assenza. Sono trascorsi, infatti, ben 56 anni dalla personale che l’artista tenne nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Era l’ottobre del 1954. E oggi, a più di mezzo secolo di distanza, Dalì torna finalmente in città, coronando il sogno coltivato a lungo dall’Assessore alla cultura di Milano Massimiliano Finazzer Flory.

Abbiamo tutti di nuovo bisogno di Dalí, ha spiegato presentando la nuova mostra “Dalì il sogno si avvicina” che indaga sul rapporto del grande artista spagnolo con il paesaggio, il sogno e il desiderio. “Ne abbiamo bisogno per evadere da una condizione spesso noiosa, prevedibile. E questa esposizione ci serve proprio per fare una breccia nel conformismo culturale e trasmettere così tutto il potere della creatività. – ha precisato l’assessore – Perché il sogno è dentro di noi ed è una delle forme della realtà e del desiderio che l’arte racconta e attraverso le quali l’arte si racconta. Dalí a Milano è la cifra della creatività al potere o meglio del potere della creatività. Una relazione imperdibile“.

L’esposizione, curata da Vincenzo Trione, è prodotta da Comune di Milano e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, grazie alla straordinaria collaborazione della Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueras e si avvale di importanti prestiti provenienti da musei nazionali e internazionali. L’allestimento è stato seguito direttamente dall’amico e collaboratore di Salvador Dalí, l’architetto Oscar Tusquets Blanca, che insieme con il Maestro surrealista, realizzò la sala Mae West nel museo di Figueras e il famoso sofà Dalilips. A Palazzo Reale, proprio la sala di Mae West è realizzata per la prima volta all’interno del percorso espositivo così come fu ideata dallo stesso Dalí: una sorprendente installazione contemporanea. Chiude il percorso il cortometraggio Destino di Salvador Dalì e Walt Disney, mai proiettato in Italia. Dalì, infatti, lavorò al fianco di Disney tra il 1945 e il 1946 ma il film fu completato solo nel 2003 grazie ai disegni originali conservati dall’Animation Reserch Library dei Walt Disney Animation Studios di Burbank in California, alcuni dei quali saranno eccezionalmente esposti.

Accompagna la mostra l’ampio catalogo con testi di Vincenzo Trione, Paolo Bertetto, Hank Hines, Robert Storr, Oscar Tusquets Blanca, Catherine Millet, Bruce Sterling, pubblicato da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.
Salvador Dalì. Il sogno si avvicina” si avvale di un comitato scientifico d’eccezione composto da studiosi di altissimo livello internazionale: Montse Aguer, direttore del centro di studi daliniani Hank Hines, direttore del Dalì Museum di St. Petersburg in Florida; Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani; Francisco Calvo Serraller, eminente studioso di arte moderna spagnola, e Robert Storr, curatore e critico statunitense decano della Yale School of Art.

Di seguito trovate qualche dettaglio in più sui contenuti della mostra. Intanto posso dirvi che a Vittorio Sgarbi è piaciuta molto. In una intervista veloce per Tv Sorrisi e canzoni ha detto che con questa mostra «si scopre l’anima vera del pittore». «La trovo molto riuscita e d’attualità per la sua multimedialità. L’allestitore ha fatto un ottimo lavoro: non una raccolta disordinata, ma un viaggio interiore, nella spiritualità di Dalì usando il tema del paesaggio». E questo, precisa il critico d’arte, sul visitatore può avere l’effetto di «Togliere Dalì dallo stereotipo per restituirgli un’anima inedita e vera».
L’opera che l’ha più colpito? «Tante. – ha precisato Sgarbi – Straordinario il cortometraggio “Destino” realizzato con Disney, emozionante la ricostruzione della sua stanza della casa di Cadaques, come pure il realismo di spazi lunari irreali».

LE SEZIONI DELLA MOSTRA
La mostra intende approfondire il rapporto tra l’artista spagnolo e il tema del paesaggio. Si tratta di un aspetto poco conosciuto dal grande pubblico, che offre inattesi spunti di riflessione in merito al legame di Dalí con la pittura rinascimentale italiana, il surrealismo e la metafisica, in un processo che, secondo il curatore Vincenzo Trione, porta il pittore dal caos dell’inconscio al silenzio. Quadri che vogliono documentare un “altro” Dalì: mistico, religioso, spirituale.

Paesaggi storici: guardare dietro di sé e intorno a sé.
Nella prima Stanza dedicata alla Memoria saranno accostate le opere che illustrano il rapporto dell’artista con il passato come La Venere di Milo con tiretti, proveniente dal museo Boymansvan Beuningen di Rotterdam, o le tele dedicate a Velaquez.
Nella successiva Stanza del Male è illustrato il rapporto dell’artista con la contemporaneità: in particolar modo il tema affrontato è quello legato alla guerra (come nella Melanconia Atomica del Reina Sofia di Madrid e nel Visage de la guerre del Boijmans Museum di Rotterdam

Paesaggi autobiografici: guardare dentro di sé
Nella Stanza dell’Immaginario sono presenti le opere più legate al periodo surrealista, in cui l’artista approfondisce le tematiche legate all’inconscio, all’introspezione e alla ricerca di sé: dalle Tre età dal Museo di St. Petersburg (Florida) alla Ricerca della quarta dimensione della Fondazione di Figueras.
L’immaginario surrealista, poi. prenderà vita all’interno della Stanza dei Desideri dove sarà ricostruita, in modo filologicamente ineccepibile e inedito, la celebre Stanza di Mae West ad opera dell’architetto Oscar Tusquets Blanca, che fu co-autore del progetto: come scrisse lo stesso Dalì in un’intervista (esposta in mostra) gli specchi utilizzati a Figueras dovevano essere in realtà sostituiti con schermi televisivi, confermando ancora una volta la sua precoce mediatica.

Paesaggi dell’assenza: guardare oltre di sé
Infine, Dalì abbandona la rappresentazione della persona umana. E nella Stanza del Silenzio si fa sempre più forte l’assenza della figura sino alla sua sparizione e al trionfo del paesaggio. In un rimando metafisico che ha il suo climax nel Cammino dell’enigma (Fondazione Gala- Salvador Dalí Reina Sofia).
La Stanza del Vuoto è il punto di arrivo dove la pittura di caos si trasforma in pittura del silenzio. Dapprima, scenari segnati da desolanti inquietudini. Poi, addirittura l’astrazione, come testimonia l’ultimo olio dipinto dall’artista prima della morte, nel 1983, Il rapimento di Europa (conservato a Figueras): un monocromo azzurro, spaccato da ferite, quasi un involontario cretto.

Epilogo
La sezione conclusiva del percorso espositivo è una sintesi. Vi si documenta il rapporto tra Dalí e Walt Disney. In esposizioni, quadri che rivelano richiami classici, memorie rinascimentali, atmosfere metafisiche e iconicità pop.

Ogni sezione è accompagnata da ampie sezioni documentarie dove lo stesso Dalí, attraverso interviste e apparati video, racconta il suo rapporto privilegiato con alcuni dei luoghi e dei paesaggi a lui più cari, come gli stessi paesi della Catalogna, che diventano il suo rifugio e sede della Fondazione a lui intitolata (Figueras, Cadaques, Portlligat), l’Italia e l’amata Parigi.

Salvator Dalì. Il sogno si avvicina
da 22 settembre 2010 al 30 gennaio 2011
Milano, Palazzo Reale
www.mostradali.it

Infoline e prevendita:
Tel.: 02 54913 www.ticket.it/dali
www.ticketone.it

Lascia un commento

A Natale anche l’arte è più buona

Maltempo, rimedi naturali per meteoropatici

Leggi anche
Contentsads.com