Dario Ballantini va a Pechino … come pittore

Ci sarà anche lui alle prossime olimpiadi, il mago trasformista di Striscia la notizia partirà alla volta della Cina, non per portare i suoi riuscitissimi personaggi – Valentino, Moretti, Morandi, Rossi o la Brambilla giusto per citarne alcuni – né per partecipare da atleta alle competizioni – bensì per rappresentare l'Italia dell'arte contemporanea.

Dario Ballantini metterà in valigia il lato di sé meno noto al grande pubblico, ma molto apprezzato dalla critica.
Reduce da due mostre personali, al Castel dell'Ovo a Napoli e a Palazzo Coveri a Firenze – in cui, con "Visioni sommerse", ha esposto più di cento opere tra dipinti e disegni che ne sottolineano la formazione artistica dagli esordi neorealisti, agli sviluppi in direzione espressionista e cubista, con colori accesi e volti sfaccettati – è stato ora selezionato da una galleria di Bologna che porterà 10 pittori nella capitale cinese.
A me il suo stile piace: come imitatore è insuperabile, ma la pittura è il suo primo grande amore, quello ereditato insieme ai geni dalla linea paterna, quello venuto prima di tutto, prima dei tentativi con la tv e dei successivi strabilianti successi, e si vede.

Dario Ballantini nasce, infatti, nel 1964 a Livorno, dove scopre la pittura proprio tra le mura di casa: il padre dipinge in stile neorealista, gli zii sono post-macchiaioli. Fondamentali per la sua formazione le opere di Guttuso e Picasso, la passione per i fumetti (Jacovitti e gli autori Marvel) e le canzoni di Luigi Tenco, la cui figura diventa soggetto di molti ritratti.

La passione per il palcoscenico, ereditata stavolta dal nonno materno, attore di compagnie filodrammatiche, comincia a manifestarsi più tardi, al liceo. Da qui porta avanti parallelamente questi diversi  campi di espressione: disegno e pittura da una parte, teatro,cinema e televisione dall'altra. Fino a quando, forte della vittoria di un concorso tv per talenti di cabaret, si impegna soprattutto nella recitazione.
Riscoprirà il suo vecchio amore nel 2001, grazie anche agli incontri avuti come inviato di Striscia con il critico d'arte Achille Bonito Oliva, da cui riceve proficui consigli per la sua arte e all'incoraggiamento del giornalista Stefano Lorenzetto. Tutto il resto è storia nota: i successi in tv e le apprezzate esposizioni in tutta Italia.

La sua rinascita come pittore non è quindi  una conseguenza dei successi come personaggio tv, ma di un vero talento e di tanta passione, nati entrambi da bambino quando ancora le sue macchiette non erano nemmeno in ipotesi così come il pensiero di fare l'attore "senza trucchi e senza inganni" nelle vesti, pardon, nella divisa di Giorgio Orlandini, appuntato protagonista di Carabinieri 7.

Anche a far l'attore deve però averci preso gusto, se oggi dichiara che il suo prossimo sogno è quello di girare un film su un grande pittore: "Modigliani, che era livornese come me" precisa lui con una punta d'orgoglio.

Ora però lo attende la Cina e promette: "alle prossime olimpiadi ci sarò anch'io … con i miei quadri".

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