È di nuovo emergenza Aids

Con 7.500 nuovi casi al giorno la sindrome da immunodeficienza acquisita torna a fare paura. Il virus dell’HIV che la causa non è ancora sconfitto. Non lo è mai stato, anche se il disinteresse dei media nell’ultimo decennio sembra aver fatto credere il contrario.

E, invece, è proprio da qui che bisognerebbe cominciare a combattere la battaglia contro la malattia. Lo assicura  Francoise Barrè-Sinoussi, premio Nobel per la Medicina per la scoperta del virus Hiv, presentando i nuovi dati di diffusione alla clinica Humanitas di Rozzano (Milano): “È indispensabile una strategia integrata di informazione, prevenzione, ricerca e cura.

Ogni giorno, si registrano 7.500 nuovi casi di Aids. In pratica per ogni due pazienti trattati ci sono cinque nuove infezioni. La medicina così non può tenere il passo. Senza contare che dall’AIDS non si guarisce.

A 30 anni dalla scoperta del virus dell’Aids, “in Europa la diffusione su larga scala delle terapie combinate antiretrovirali, che non consentono la guarigione ma permettono di tenere sotto controllo l’infezione, ha modificato sostanzialmente l’andamento della malattia nelle persone sieropositive. Dal 1996 ad oggi – aggiunge Barré-Sinoussi – il tasso di mortalità europeo è diminuito dell’85% circa, così come la progressione dell’infezione“. I successi delle terapie antiretrovirali hanno inoltre consentito di azzerare la trasmissione della malattia fra madre e feto.

Nessun miglioramento, però, dal fronte del contagio, dove aumentano i casi di Aids causati da rapporti sessuali soprattutto tra i giovani. E restano “drammatici” i dati epidemiologici di mortalità ed incidenza nei Paesi in via di sviluppo, dove l’accesso alle terapie è minimo: per il premio Nobel “l’impegno dei Paesi più ricchi deve essere quello di rendere accessibili a tutti le terapie per evitare che l’infezione si allarghi ulteriormente vanificando i passi in avanti fatti finora“.

Ma, appunto, non si può più continuare a ignorare il problema: “il 50-60% delle persone infette non sa di esserlo, e questo costituisce una seria minaccia per la trasmissione del virus” dice la scienziata lanciando quindi un appello affinché si prenda coscienza della situazione e si cominci a lavorare anche nel campo dell’informazione.

Che ognuno, insomma, faccia la sua parte, lasciando ai medici il compito di studiare nuove terapie e possibili strategie preventive che debellino definitivamente questa piaga dell’umanità. Su questo fronte Barré-Sinoussi cita i gel locali e i vaccini come le ultime speranze della ricerca: dopo 10 anni di tentativi un microbicida locale (gel) si è dimostrato efficace nel ridurre del 39% il rischio di infezione. “Si tratta di arma valida purché non utilizzata da sola” sottolinea la scienziata, anche se “la vera grande sfida della ricerca rimane lo sviluppo di un vaccino“.

In sua attesa, noi. nel nostro piccolo, cerchiamo di diffondere consapevolezza, perché anche con l’arte si possono combattere l’AIDS e tutte le altre malattie sessualmente trasmissibili. Per esempio con fumetti per incentivare all’uso del profilattico e spingere i governi a fare qualcosa in questa direzione. 

Fonte: ANSA
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