Dieta dello sportivo: da Wimbledon a Pechino, sponsor permettendo

Per i nutrizionisti la dieta peggiore è quella dell'aristocratico pubblico di Wimbledon, la miglior in assoluto la colazione dei campioni, ma forse nessuno li aveva avvertiti che il ristorante ufficiale dei Giochi olimpici è McDonald's.

Le fragole in alcol degli inglesi. Il torneo di Wimbledon per fortuna è finito oggi (con la vittoria di Venus Williams nel tabellone femminile e di Rafael Nadal in quello maschile), così gli esperti potranno smettere di preoccuparsi per la salute degli amanti del tennis i quali tra una partita e l'altra non trovano di meglio da fare che ingozzarsi di fragole e pimm's.

Si tratta di una bevanda a base di gin, (il Pimm's appunto), panna e fragole che al termine delle due settimane di gare sono state consumate nell'ordine dei 30 mila chili. Una tradizione nata praticamente col torneo, verso la fine del diciannovesimo secolo che, come ogni altra a Wimbledon, è dura a morire.Già quest'anno la tradizione ha dovuto essere parzialmente modificata per cause di forza maggiore: la qualità di fragole Elsanta prodotta non sarebbe stata infatti sufficiente per le voraci bocche inglesi e si  è dovuto optare per un più "plebeo" mix con fragole senza pedigree. Un sacrifico mica da poco se si pensa che la qualità Elsanta, oltre ad avere un gusto più ricco, ha pure una forma molto regolare e una colorazione stabile che la rendono bella anche da guardare. Rinunciare a questa miracolo di perfezione è stato un po' come chiedere agli inglesi di dire addio ai completini bianchi dei giocatori o alla premiazione per mano dei duchi di Kent. Praticamente un'eresia e, infatti, non si parlava d'altro nei salotti bene londinesi.

Qualità regale o meno, le fragole sono ricche di minerali e vitamine, particolarmente utili col caldo estivo, ma anche di pectina e fibra che favoriscono il transito intestinale. Il problema è che servirle con panna e soprattutto con una bevanda ad alto contenuto alcolico non costituisce una scelta salutare.

La dieta dello sportivo. Cercare di cambiare le abitudini alimentari degli inglesi specie se legate a una tradizione secolare non è facile, ma almeno è un problema che accomuna i nutrizionisti di tutto il mondo quando credono di poterlo fare dall'oggi al domani. Lo stesso vale per i pazienti che spesso pensano di poter dimagrire eliminando tutti i carboidrati di cui magari prima andavano molto ghiotti. Niente di più sbagliato! In questo modo il rischio che la dieta venga abbandonata prima di aver raggiunto il peso forma sono elevate così come la probabilità che tutti i chili persi vengano rapidamente recuperati con gli interessi.

"La maggior parte degli studi a riguardo ha messo in luce come una dieta molto povera di carboidrati non sia un buon metodo per ridurre il peso", ha spiegato Daniela Jakubowicz, dell'Hospital de Clinicas di Caracas, in Venezuela, a margine del convegno annuale dell'Endocrine Society statunitense che si è tenuto a San Francisco qualche giorno fa. "Tale regime – ha aggiunto – accentua infatti il bisogno di carboidrati e rallenta il metabolismo. Come risultato, dopo un breve periodo di calo ponderale, si verifica un veloce ritorno al soprappeso".

Un metodo per evitare questo fenomeno è quello di adottare una strategia completamente diversa consumando una colazione ricca di carboidrati e proteine seguita da pasti poveri di entrambi i componenti nel resto della giornata.

"Solo il 5 per cento delle diete a basso tenore di carboidrati ha successo dopo due anni" ha secificato la Jakubowicz. "La maggior parte di esse, infatti, non possono nulla contro gli impulsi a mangiarne, che spesso ricordano il craving (ricerca spasmodica) tipico delle dipendenze patologiche".
Per dimostrarlo, ha condotto uno studio insieme con i colleghi della Virginia Commonwealth University di Richmond, in cui è stata confrontata l'efficacia della dieta con la colazione abbondante tipica di molti sportivi con quella di una dieta convenzionale con una restrizione drastica dei carboidrati in una coorte di 94 pazienti obese di sesso femminile. Benché le volontarie del primo gruppo consumavano più calorie complessive in un giorno (1240 calorie di cui 610 solo con la prima colazione contro 1085 calorie e 290 con la colazione) la riduzione di peso e il mantenimento dei risultati ottenuti sono stati maggiori rispetto all'altro.

In altre parole l'efficacia a lungo termine delle diete dipenderebbe in larga misura dalla loro capacità di incrementare il senso di sazietà e di rallentare la voglia di consumare carboidrati e a quanto hanno dimostrato i ricercatori pare che la dieta dello sportivo in questo senso funzioni.

McDonald' olimpico. È però probabile che quando i nutrizionisti l'hanno definita così non fossero a conoscenza del fatto che molti atleti olimpici elogiano ben altri tipi di regimi alimentari. L'uomo del vento, il Tyson Gay che ieri si è visto soffiare la possibilità di partecipare in due gare alle olimpiadi di Pechino a causa di un infortunio, ha dichiarato proprio di recente che la sua colazione consiste in un BigMac innaffiato da Coca Cola ghiacciata e a seguire un bel McFlurry. Roba da far inorridire anche i palati meno fini. E poi ci si chiede come ha fatto a farsi male … C'è da sperare che simili dichiarazioni non corrispondano al vero, ma le faccia solo per ragioni di sponsor, perché se davvero lo sponsorizzato dovesse mangiare per obbligo contrattuale i prodotti dell'azienda che lo finanzia, tutti gli atleti olimpici sarebbero a rischio, visto che da Los Angeles 1984 Mac Donald's rappresenta il ristorante ufficiale dei Giochi e quindi sfama anche tutte le persone ospitate nel Villaggio Olimpico. A Pechino ne sono attese circa 10 mila e per ingozzarli arriveranno (ufficialmente in "viaggio-premio") circa 1.400 dipendenti da tutto il mondo. Evidentemente quelli di McDonald's oltre a uno strano concetto di alimentazione devono avere un altrettanto strano concetto di "premio".

Tornando alla dieta dello sportivo, se quella immaginata dai ricercatori valeva circa 690 calorie, quella allegramente sventolata da Gay ne vale 1.260: in pratica l'equivalente di una giornata alimentare di una persona a dieta blanda concentrato però in un solo pasto. Per fortuna non ha detto anche le patatine!

Spero che gli atleti siano stati avvertiti, in modo che se hanno esigenze particolari si possano portare le provviste da casa: non vorrei che qualcuno preso dallo sconforto e dall'orrore, tra McDonald e il niente preferisca il niente. Al limite possono farsi ospitare a casa Italia: i nostri sponsor inviano agli atleti al massimo prodotti della dieta mediterranea che è talmente salutare da essere stata riconosciuta degna di entrare a far parte del patrimonio UNESCO!

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