E l’Italia continua a sognare la Luna!

Lo stop ai viaggi sulla Luna del presidente Obama spegne uno dei sogni americani, ma non il nostro.
E, infatti, l'Italia non si accontenta delle celebrazioni di un evento epocale compiuto 40 anni fa, né delle sue rielaborazioni in chiave artistica: vuole rivivere il sogno di mettere piede sulla Luna e questa volta da protagonista.

"Sogno" infatti è un termine abbastanza riduttivo visto che in countdown ci sono già ben due missioni che partiranno entro la fine dell'anno.
E se gli Stati Uniti non possono o non vogliono più sognare, "pazienza" – dice Enrico Saggese, presidente dell'Agenzia spaziale italiana (ASI) – "Voliamo bene con gli americani ma anche con i russi e non è da escludere che per noi possano aprirsi nuove collaborazioni con Cina e India per future conquiste congiunte."

Dunque "nessun catastrofismo e nessun allarme per le missioni italiane – secondo l'ingegner Saggese – perché queste andranno avanti". Tanto più che una è in programma per domenica 7 febbraio quando a bordo dello shuttle Endeavour partirà, alla volta della Stazione internazionale, il Nodo 3 e la Cupola panoramica, un gigantesco oblò con sette finestre per scrutare l'universo.
Una missione che parla in gran parte italiano. Il Progetto infatti è dell'Ente spaziale europeo (Esa), realizzato dalla Thales Alenia Spazio, un'industria spaziale italiana che ha anche fornito gli altri moduli logistici, Colombo, Leonardo, Raffaello e Donatello, già tutti agganciati e funzionanti sulla Stazione internazionale.
Altra grande industria che sta mettendo a punto il vettore europeo Vega, è la Avio, ex Fiat. I test del motore Zefiro, il razzo propulsore, già sono stati già effettuati con successo nella base di Decimomannu e ora si stanno mettendo a punto tutte le altre parti del vettore che sarà lanciato dalla base europea della Guiana Francese.

Il sogno insomma è vicino a concretizzarsi, ma chi paga? Possibile che ce la passiamo così bene da continuare un sogno a cui gli americani sono costretti a rinunciare perché considerato motivo di spesa superflua in tempo di crisi?
Magari no, ma evidentemente abbiamo fiutato l'affare. Le missioni spaziali sono anche un grande business a cui è difficile rinunciare.
E infatti la Nasa ha comunque confermato i cinque lanci Shuttle. E anche qui il coinvolgimento del nostro paese è notevole.
"A novembre – spiega il presidente Saggese – è confermata la missione dell'astronauta Roberto Vittori, che si prepara a Houston, e porterà sulla Iss lo spettrometro Alpha Magnetic, che va a caccia di antimateria". Questo strumento è frutto di un lavoro decennale di 60 ricercatori italiani dell'Istituto di fisica nucleare. Si tratta di un laboratorio orbitante realizzato con il contributo dell'Italia che ha partecipato all'impresa con il 25 per cento dei finanziamenti, pari a circa un miliardo di euro. Si tratta di una affascinante enigma che "servirà a capire come mai nell'universo esista una forte differenza di quantità (una asimmetria) tra materia e antimateria."

Il presidente Saggese assicura inoltre che "nei piani della Nasa è stato confermato anche il volo previsto per la fine del 2010 e affidato all'altro astronauta italiano Paolo Nespoli che porterà il modulo logistico italiano sulla stazione Iss dove rimarrà ancorato in modo permanente."
Il budget dell'Asi per questa missione è attualmente di 630 milioni di euro, metà dei quali vengono girati all'Esa. L'altra fetta è destinata alla programmazione delle missioni, alla ricerca scientifica e all'industria per la realizzazione dei satelliti e dei moduli.

Insomma, l'Italia nello spazio ci fa affari e quindi più che una "spesa superflua" lo considera "un investimento": americani o no, nella Luna noi ci crediamo ancora!

Fonte: ASI

Questo post partecipa alla quarta edizione del Carnevale della fisica, che dopo quella ospitata da Gianluigi Filippelli di Science Backstage vedrà subito protagonista un altro blogger del network Blogosfere, Corrado Ruscica di AstronomicaMentis.

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