EV71, il virus che incombe sui Giochi

Grosso guaio a Chinatown. Già, perché ora che abbiamo anche il virus letale, a mettere i bastoni tra le ruote degli organizzatori delle Olimpiadi di Pechino 2008, manca giusto il tragicomico intrigo internazionale con spie, eroi fuori dal mondo e personaggi inverosimili invischiati. Dopo una politica repressiva e suicida del Governo cinese che ha scelto i tempi e i modi sbagliati per risolvere la secolare "questione Tibet", le polemiche con manifestazioni di protesta e boicottaggi della marcia della fiaccola olimpica, il ritiro di numerosi e prestigiosi sponsor dagli eventi che ne hanno accompagnato il passaggio (vedi Coca Cola a Los Angeles), adesso i cinesi hanno una nuova "gatta da pelare", anzi un virus. È, infatti, salito il numero di bambini colpiti dall'Enterovirus 71 (EV71), malattia che nei più piccoli può provocare febbre, bolle e ulcere nella bocca, eruzioni cutanee sulle mani e sui piedi e possibili danni a cervello, polmoni e cuore. Il numero degli infetti è passato a 6.300, mentre il numero delle vittime è salito a 26 bimbi. Il ministro della Sanità cinese ha già invitato i genitori dei piccoli colpiti dal virus a rivolgersi immediatamente ai medici segnalandolo anche ai dipartimenti di salute locali. Intanto l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha reso noto che il picco dell'epidemia potrebbe essere raggiunto tra giugno e luglio, quando le giornate si faranno più calde, ma anche quando pure il clima olimpico sarà decisamente più caldo. Hans Troedsson, rappresentante dell'Oms in Cina, ha tuttavia tenuto a precisare che il virus non rappresenta una minaccia per i Giochi olimpici di Pechino, già provati dai fattacci degli ultimi mesi.

Il problema è che l'OMS deve vigilare attentamente e "controllare i controllori" come si suol dire. Il Governo cinese nei suoi tentativi di "lavare i panni sporchi in casa" per non creare allarmismi che blocchino i movimenti di merci (e capitali) verso il Paese che proprio negli ultimi tempi sta conoscendo un incremento inimmaginabile solo qualche decennio fa, tende a nascondere informazioni essenziali che potrebbero mettere colpevolmente a rischio non solo gli abitanti del resto del Globo, ma gli stessi cinesi, i quali sicuramente si gioverebbero di più di una collaborazione tra ricercatori internazionali soprattutto quando il problema è serio ed è urgente risolverlo: tante teste sono sicuramente meglio di una! Infatti era già accaduto con l'epidemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), esplosa appunto in Cina, e tenuta oculatamente nascosta fino a quando non è stato più possibile evitarlo e sono intervenuti alcuni medici locali coscienziosi come Jiang Yanyong. Magari gli allarmismi che si sono scatenati dopo sono stati al solito esagerati e ingiustificati e questo è un problema di comunicazione delle emergenze che riguarda tutti in generale, ma era un loro dovere dirlo. Invece non lo fecero subito allora e non l'hanno fatto nemmeno questa volta, perché l'epidemia di Ev71 sarebbe in realtà scoppiata ai primi di marzo ma è stata resa nota solo pochi giorni fa, oscurata dai vertici delle autorità sanitarie locali, finiti sotto accusa, di nuovo, per il loro silenzio.

Le infezioni da enterovirus 71 sono considerate particolarmente pericolose poiché non esiste vaccino o agente antivirale in grado di prevenire o curare la malattia, che viene facilmente diffusa dal contatto con bolle o feci infette. La terapia, a oggi, consiste sostanzialmente nella gestione della complicanze. Comunque l'Oms ribadisce che non ci sono pericoli per Giochi. Io voglio fidarmi perché credo che le olimpiadi siano una grande opportunità per allenarsi alla pace tra i popoli (scopo per cui sono nati) e anche per il popolo cinese che come i monaci tibetani non se la passa proprio benissimo, anche perché, ammettiamolo, non è quello che ci hanno ripetuto allo sfinimento in questi mesi di campagna pro-EXPO che sarebbe stata "cosa buona e giusta" per tutti i milanesi e gli italiani?

Comunque continuerò a seguire la vicenda e a tenervi informati. Vi chiederete perché dovrei farlo io che al massimo mi occupo di arte connessa alla salute, ma in realtà avevo già intenzione di fare un piccolo "viraggio culturale" in occasione dei Giochi di Pechino 2008 e parlarvi degli aspetti artistico-sportivi-sanitari dell'evento, con spunti tratti da film o libri autobiografici che raccontano la storia di atleti malati e qualche chicca sul tema. Avrei preferito aspettare ancora un po' e soprattutto poter cominciare con notizie più belle in perfetto stile olimpico, ma il mio dovere di cronista con l'occhio puntato sull'attualità, mi hanno obbligato ad aprire la rubrica "Salutando Pechino" da subito. Rassegnatevi!

Fonte: ADNKronos

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