Farrah Fawcett, Michael Jackson e Steve Jobs: quando la salute dei vip diventa di pubblico interesse

Non faccio in tempo a distrarmi un attimo dal blog che subito ne capitano di tutti i colori. Avevo lasciato il mondo della comunicazione impegnato a districarsi tra veline, escort, foto e privacy ministeriali e lo ritrovo completamente cambiato.

Basta giovani ragazze, basta attempati signori, basta sesso e basta politica tra complotti, querele e controquerele. Adesso i media parlano solo di lutti, malati e malattie. Vip ovviamente!

Nel giro di poche ore il mondo dello spettacolo ha perso, infatti, due personaggi importanti come l'attrice Farrah Fawcett e il re del pop Michael Jackson, mentre il boss della Apple Steve Jobs ha subito un importante trapianto di fegato su cui adesso si sta discutendo molto. La fortuna di Jobs, oltre al fatto di essere ancora vivo e vegeto nonostante la malattia che lo sta minando da tempo, è che se non fosse stato per i due tragici lutti, la polemica innescata a mezzo stampa sulla correttezza etica dell'intervento da lui subito, avrebbe fatto probabilmente molto più rumore.

Il mondo dei media si sta invece concentrando su chi non c'è più, per ricordarlo, ma anche e soprattutto per scandagliarne in lungo e in largo lo stato di salute e le cause esatte della morte. Ovviamente la morte di Michael Jackson non sarebbe passata inosservata comunque, visto che praticamente ha scritto un bel pezzo della storia della musica ed era, nel bene e nel male, una leggenda vivente. Tuttavia, è in corso una feroce caccia a responsabili e colpevoli che sembra un misto tra una puntata di ER, CSI e dr House, che richiederà un approfondimento con un post a parte.

Diverso ma non per questo meno interessante per il pubblico, il caso di Farrah Fawcett. Sulle circostanze immediate che l'hanno portata alla morte non ci sono in realtà molti dubbi: la star della serie tv "Charlie's Angels" e di film come "Autopsia di un delitto" o "Saturn 3", considerata una delle donne più belle degli anni '70-'80, si è arresa infatti a un cancro dell'ano che anno la faceva soffrire già da qualche anno. Tuttavia, gli argomenti su cui intavolare discussioni mediatiche non mancano nemmeno per lei. A parte la polemica sull'utilità di mettere in piazza con un documentario la sua malattia e la sua sofferenza innescata recentemente, qualcuno ha sollevato dubbi sulle cure da lei intraprese in passato.

Le due polemiche in realtà non viaggiano poi così disgiunte. Infatti, la Fawcett, nonostante fosse stata colpita da una forma tumorale che viene guarita completamente dalle terapie convenzionali nel 30-60 per cento dei casi, aveva deciso di ricorrere alla medicina alternativa e abbandonare le terapie convenzionali dopo che il suo tumore all'ano – diagnosticato nel 2006 – aveva sviluppato una recidiva, e si era recata in Germania dove si era sottoposta a una misteriosa ma pare costosissima terapia alternativa, come ha riferito a suo tempo il National Enquirer cosa che si scontra parecchio con il fatto che l'attrice abbia poi scelto di vivere la sua malattia in modo pubblico, girando appunto un documentario trasmesso sul canale NBV dal titolo «Farrah's story», per sensibilizzare il pubblico verso questo tipo di malattia.

Quale lezione si dovrebbe infatti trarre da questa dolorosa vicenda? Un suggerimento in caso di dubbi ha pensato a darlo Barrie Cassileth, direttore dell'Integrative Medicine Department del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center che non usa mezzi termini per dire quello che pensa: "A un paziente che sta considerando l'idea di rivolgersi alla medicina alternativa direi che così firma la sua condanna a morte, che sta perdendo tempo" dice infatti "tempo che potrebbe usare in altro modo, per esempio stando con la sua famiglia".

E infatti questo è il nocciolo della questione. Perché la salute, o meglio la mancanza di salute, dei VIP dovrebbe riguardare il pubblico? E perché ogni volta che un personaggio famoso si ammala scoppia immancabilmente una polemica?
Il fatto è che la salute è una questione molto privata e come tale dovrebbe restare, ma i personaggi famosi sembrano costituire un'eccezione a questa regola. A volte sono loro a rendere pubblico il loro stato di salute e allora le polemiche scoppiano tra chi sostiene che sia giusto perché potrebbe essere d'esempio per tutti e chi lo ritiene un mezzo eticamente discutibile per farsi pubblicità. Altre volte invece sono i media a rivelare che un personaggio noto sta male suscitando la reazione indignata dell'interessato e chi difende a spada tratta il sacrosanto diritto alla privacy almeno per le questioni di salute di queste persone. In questo caso gli autori delle rivelazioni spesso si difendono dicendo che è il pubblico ad essere affamato di questo tipo di notizie e in effetti il gossip sanitario "tira" sempre molto.

Tuttavia la vicenda che ha coinvolto Steve Jobs dimostra che al di là di un possibile effetto educativo e in barba ai diritti di privacy di ciascuno, le malattie dei VIP ci riguardano che ci piaccia o meno.

Le accuse rivolte al boss della Apple sono infatti estremamente gravi e se fossero lecite ci sarebbe da arrabbiarsi sul serio, altro che pruderie da gossip.

Secondo la rivista statunitense MSN BC, il fegato trapiantato a Steve Jobs, potrebbe essere infatti "uno spreco, vista la grave carenza di organi trapiantabili disponibili
L'articolo, come riferisce il blog DottProf, è particolarmente polemico. "Aver assegnato l'organo a Jobs è eticamente discutibile. Ci sono 16 mila persone in lista di attesa per avere un fegato, negli Stati Uniti, e nel primo trimestre del 2009 solo 1600 lo hanno avuto assegnato e quasi nessuno di loro era malato di cancro", spiega polemicamente Arthur Caplan.

Negli States, la strada verso il trapianto è una corsa a ostacoli, il più alto dei quali è la biopsia preoperatoria che costa circa 200 mila dollari. In pochi possono permettersela. E qui viene fuori l'eterno inghippo della sanità negli Stati Uniti: il fatto di essere costruito per persone ricche, fortunate ed informate. Come Steve Jobs.

Sarebbero infatti queste qualità che secondo Caplan hanno permesso a Jobs di rivolgersi ad un centro medico del Tennessee, lo Stato in cui la lista d'attesa per l'organo di cui aveva bisogno è inferiore: "The health care system is a broken mess, but not because a Steve Jobs can get a liver. Rather, it is because all too often only the wealthy and privileged can take full advantage of the best our health care system has to offer", scrive il medico aggiungendo come arringa finale che "la Sanità di Obama devrà abolire i privilegi, se vorrà davvero garantire la salute dei cittadini.

Fonte: Yahoo Salute

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