Gelmini alla resa dei conti

Oggi si deciderà la sorte del ddl Gelmini e Governo e forze dell’ordine temono il ripetersi degli scontri della settimana scorsa in concomitanza con le votazioni sulla fiducia al Governo. I timori non sono infondati, anche perché questo decreto è il più contestato in quanto simbolo di un Governo che condanna il Paese a non avere futuro. Senza istruzione, formazione, ricerca rischiamo di perdere tutto il nostro patrimonio scientifico e culturale. Il mondo della ricerca e dell’Università intravedono una porta aperta sul baratro ed è inammissibile che proprio chi ci rappresenta non se ne renda conto e non si prenda nemmeno la briga di ascoltare chi in merito avrebbe qualcosa da dire. Studenti, ricercatori, professori per una volta dalla stessa parte della barricata per dire no a una condanna a morte lenta e dolorosa. Si attendono manifestazioni a sorpresa in tutta Italia in risposta allo spiegamento di forze che a Roma difenderà la “zona rossa”. Nessuno, o almeno nessuno di quelli che davvero hanno a cuore le sorti del Paese, vuole la guerra con violenze e vandalismi, ma morire in silenzio non è nel nostro DNA.
I manifestanti lasceranno “i palazzi del potere nella solitudine della loro miseria” e andranno “nella altre zone della città, per parlare con chi come noi è inascoltato da quelli stessi palazzi“, hanno spiegato, gli studenti del collettivo “Sapienza in mobilitazione” nella lettera inviata al sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, al prefetto, Giovanni Pecoraro e al questore, Francesco Tagliente.
Ma un appello estremo per salvare il salvabile è stato lanciato anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Presidente non firmi per promulgare la legge Gelmini. “Se porrà la Sua firma a questo ddl Lei sancirà la cancellazione del diritto allo studio“. Parole dure, ma proprio Napolitano è stato uno dei pochi a riconoscere che queste manifestazioni sono il segno di un profondo disagio che non può essere ignorato. Ci si appella quindi all’unico che forse potrebbe fare davvero qualcosa.

Intanto si va avanti, con la speranza che i politici rivedano le loro decisioni, ascoltando, finalmente, chi l’università e la ricerca le vive tutti i giorni.
 
Come i ricercatori dei tanti centri di ricerca italiani che hanno continuato a mandare contributi ed immagini sulla propria attività di laboratorio ed i loro esperimenti al sito MolecularLab.it per farne il calendario Scienza 2011.

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