Il Festival fa a Pezzi la Musica per l’Osservatore Romano, ma Giovanni Allevi non ci sta

La risposta che stavo aspettando è finalmente arrivata. E così mentre ieri il quotidiano della Santa Sede lodava Infinita notte il romanzo di Alessandro Zaccuri sull'umanità che ruota intorno ma soprattutto dietro il palco dell'Ariston, oggi boccia senza appello chi ci è salito sopra per questa 59° edizione, primo fra tutti il suo conduttore Paolo Bonolis.

In un articolo che chiarisce la sua posizione fin dal titolo, "Fossero solo canzonette", l'Osservatore romano usa la mano pesante. A proposito di Bonolis, l'autore Marcello Filotei, ricorda la domanda posta dal conduttore al presidente dell'assemblea generale delle Nazioni Unite Miguel d'Escoto Brockman ("Secondo lei il neo eletto presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrà un compito arduo?") e la relativa "espressione interdetta" di questi che "vale da sola il prezzo dell'abbonamento Rai".
Una scena, scrive l'Osservatore, nella quale si riassume "l'atmosfera del festival di Sanremo, che il conduttore rende più frizzante con citazioni di letture dal sussidiario. Dalle Termopili a Pavese, Bonolis ce la mette tutta per garantire alla kermesse canora una vernice di alto spessore culturale, ma con risultati disarmanti".

Critiche sarcastiche non vengono risparmiate però nemmeno a cantanti e musicisti, Mina compresa, che "mettono a rischio l'incolumità della musica di qualsiasi genere".
"Surreale – si legge infatti – sembra soprattutto scomodare il gregoriano per poi presentare sul palco personaggi che, complice la diretta, sembrano a disagio proprio con il canto. Qualcuno pretenderà che per esibirsi occorrano doti vocali e tecnica, ma si tratta di critici musicali ormai superati e senza speranza. Con buona pace degli ottimi professori dell'orchestra chiamati anche a tamponare improvvise falle canore".

Non tutti però sono d'accordo con questa critica spietata. Il pianista-compositore Giovanni Allevi in particolare è sceso in campo per difendere la libertà degli artisti che secondo lui è "un principio indiscutibile e che non andrebbe messo in discussione da nessuno", ma anche per esprimere il suo apprezzamento per la performance di Mina accusata dall'Osservatore Romano di aver reso "insapore una delle arie più note della lirica"

Allevi, è doppiamente toccato da questo tipo di accuse. Da un lato infatti è stato recentemente al centro delle critiche dei puristi della musica classica, Uto Ughi in testa, per aver portato le sue composizioni di musica classica contemporanea in Senato. Dall'altro dovrà aprire domani la terza serata del festival di Sanremo sulle note del celebre tema composto da Ennio Morricone per il film "Il Pianista sull'Oceano" di Peppino Tornatore, per poi eseguire "Pianokarate", una delle sue composizioni più virtuosistiche e sperimentali: "E' il brano più antisanremese che si possa immaginare, dove esprimo tutta la mia rabbia e la mia libertà di artista" spiega.

Mina a parte, sulle canzoni in gara al Festival Allevi non si sbilancia troppo: "ho bisogno di più tempo – dice – perché ho un approccio analitico alla musica. Ma ci sono delle cose che mi hanno già colpito come ad esempio l'arrangiamento della canzone di Marco Carta".

In attesa di sentire Allevi domani all'Ariston o un'eventuale contro-replica dell'Osservatore Romano, godiamoci il resto della seconda puntata, magari in liveblogging su Festival di Alessandra Carnevali assistita da Caterina Di Iorgi in quel di Sanremo.

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