Il giallo dell’orecchio di Van Gogh è da morir dal ridere

La risposta alla nuova ipotesi annunciata da Hans Kaufmann e Rita Wildegans nel libro "L'orecchio di Van Gogh, Paul Gauguin e il patto del silenzio" secondo cui fu il pittore francese a tagliare l'orecchio all'amico Van Gogh non si è fatta attendere troppo.

Dopo le perplessità espresse dai curatori del museo di Van Gogh di Amsterdam che continuano a sostenere, invece, la teoria dell'auto-mutilazione, è sceso in campo un altro grande esperto in materia.

Si tratta di Pascal Bonafoux, docente di storia dell'arte all'Università di Parigi, che nel commentare la notizia non è andato troppo per il sottile: "è una tesi che fa morire dal ridere" ha detto infatti Bonafoux. "Ma vi pare possibile che due artisti così rigorosi, così probi, così ribelli ad ogni compromesso, si siano prestati a una simile sceneggiata? Van Gogh che tace per non danneggiare Gauguin e Gauguin che si adatta alla finzione per potersene andare a Tahiti? È pura fantascienza!"
Bonafoux trova poi ridicole anche le prove raccolte dai due studiosi di Amburgo in oltre dieci anni di indagini. "Dopo più di un secolo?!" Si chiede infatti ironicamente lo studioso francese "E senza che nelle numerosissime lettere che Van Gogh scriveva al fratello Theo per raccontargli ogni dettaglio della sua vita non se ne trovi traccia?! Ridicolo! Non ve n'è traccia semplicemente perché la sciabolata di Gauguin non è mai esistita".

Kaufmann e Wildegans, in realtà sostengono di averle trovate queste tracce, come la frase sibillina che vi ho riferito nel post precedente sul fatto che fosse una fortuna che Gauguin non fosse dotato di armi da guerra, comunque non credo che la nuova ipotesi sia inattaccabile.
Tuttavia neanche le motivazioni di Bonafoux mi sembrano così forti. Per esempio il fatto che sia trascorso più di un secolo non significa nulla: basterebbe trovare un documento nuovo per far crollare una vecchia teoria consolidata. Non so se i due ricercatori di Amburgo hanno trovato nuovo materiale o si sono limitati a reinterpretare quello già a disposizione, ma questo è quello che si dovrà accertare prima di smontare la loro ipotesi ed etichettarla come ridicola.

Inoltre, l'affermazione di Bonafoux riguardo al fatto che "due artisti così rigorosi, così probi, così ribelli ad ogni compromesso", non possano essersi prestati a una simile "sceneggiata" è altrettanto discutibile. Gauguin voleva andarsene già prima dell'incidente e faticava parecchio a farlo accettare all'amico che non voleva perdere una persona stimata e amata fortemente. Il rapporto quasi simbiotico che Van Gogh voleva, forse era malato o, quanto meno, condizionato dalla sua malattia.

Bonafoux, sembra infatti dimenticare che stiamo parlando di una persona fortemente disturbata
, probabilmente al culmine della sua patologia che aveva accessi d'ira anche nei confronti delle persone che amava. L'ipotesi dell'incidente in questo contesto non è così inverosimile e proprio per il rapporto simbiotico e l'amore che Van Gogh nutriva per l'amico ci starebbe pure l'ipotesi del patto del silenzio.

Ciononostante, continuo a pensare che la nuova ipotesi di Kaufmann e Wildegans sia ancora tutta da verificare ed eventualmente smontare. Ma bisogna farlo pezzo per pezzo, in modo scientifico: le risposte "di pancia" sull'onda dell'emozione non possono essere considerate scientifiche.

Lascia un commento

Maturità: consigli per un orale senza ansia

Sos pranzo di Natale: rimedi floreali per affrontare i parenti serpenti

Leggi anche
Contentsads.com