Il pupo ora si “sforna” in diretta su YouTube

La vita privata non è più privata! In tv ci sono i reality che spiano 24 ore su 24 quello che fanno concorrenti più o meno famosi chiusi dentro una casa artificiale e chi sta dall'altra parte si lascia prendere dall'entusiasmo di filmare e farsi filmare riversando poi tutto in rete.

Condividere sul web ogni istante della propria vita privata con migliaia o milioni di persone è ormai entrato a far parte delle consuetudini sociali di molti, e il momento del parto non fa eccezione. Lo dimostra il boom di video di parti presenti su YouTube, la celebre piattaforma di videosharing: se n'è occupato anche il New York Times.
Digitando nella stringa di ricerca di YouTube "parto" o "childbirth" infatti appaiono sullo schermo del nostro pc migliaia di video che testimoniano parti avvenuti con le metodiche più varie, dal cesareo al parto in acqua, dal parto sotto ipnosi al parto naturale a casa.
 
"E che sarà mai! – Devono essersi detti in molti visto il numero di video postati on-line – Se YouTube può dimostrare come si risolve un cubo di Rubik, come si fa eruttare una bottiglia di Pepsi con un pacchetto di caramelle alla menta o come si accorda una chitarra, a maggior ragione potrà anche mostrare come nasce un bambino: dopo tutto è un fatto assolutamente naturale."
Sarà anche un "fatto naturale", ma il parto è comunque un momento privato estremamente particolare che a mio parere dovrebbe rimanere tale nel rispetto delle persone coinvolte e di chi guarda.

Perché tanti rivendicano il diritto alla privacy quando si tratta di documenti, ma sono disposti a soprassedere quando si tratta di mostrare il proprio corpo in un momento così carico di valenze emotive come il parto?

Possibile che l'esibizionismo non ponga un limite nemmeno quando si tratta di trovarsi nudi e indifesi davanti alla propria creatura che viene al mondo? E come mai nessuno impedisce che in rete finiscano simili filmati?

Il dubbio qualcuno se l'è posto, ma alla fine si è deciso che il video di un parto è comunque educativo. "La nudità è generalmente proibita nei video presenti sul nostro sito", spiega, infatti, Victoria Grand, responsabile della policy di YouTube. "Ma facciamo un'eccezione per i video che hanno una matrice educational e per i documentari scientifici".
Un documentario che non si accompagni a spiegazioni non sarà mai un buon "educational", perciò dubito che tutti video amatoriali sul parto possano essere assimilati a documentari. E, infatti, anche la Grand ammette che "alcuni di questi video sono riservati a chi ha più di 18 anni".

Mi domando poi se è possibile dire che il diritto alla privacy di tutte le persone coinvolte sia rispettato. Magari gli adulti hanno dato il loro consenso per essere messe in rete, ma possiamo giurarci? E che dire del bimbo che nasce?

Detto tra noi, se al mio compagno venisse in mente, di mettere in rete la nascita del nostro bambino sarebbe l'ultimo figlio che avrebbe per il resto della sua vita… con me e senza di me!

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