Più che uno sport, una religione di stato. Per usare un'equazione matematica si dovrebbe dire che il ping pong sta ai cinesi come il baseball sta agli americani, il cricket agli inglesi o più concretamete il calcio a noi italiani. Ma forse è pure qualcosa di più.
In Cina la passione per il ping–ping, o più correttamente per il tennis tavolo, coinvolge tutti, senza limite anagrafico, preferenza di genere o classe, e soprattutto senza bisogno di grandi spazi: sono sufficienti un tavolo, una pallina e due racchette.
Tutti motivi che fanno sì che il popolo cinese lo pratichi ovunque. E questo non lo rende "solo" lo sport nazionale, ma una parte importante dell'iconografia del paese che si prepara ad ospitare le utlime Olimpiadi.
Repubblica di questa iconografia ne ha fatto una bellissima galleria fotografica: tante immagini per rappresentare "il tennis tavolo per i cinesi" o, come più giustamente l'hanno intitolata loro, "La Cina vista da un tavolo da ping pong".
Dalle singole immagini e dal loro insieme si può capire come questo sport sia riuscito a contagiare una nazione intera, scandendo il tempo libero dei suoi cittadini, insinuandosi negli spazi pubblici e disegnando il profilo delle città, come documentano appunto le foto di Oded Bality raccolte in questa galleria.
Contro di loro alle olimpiadi non ci sarà storia? Giocando anche in casa ho proprio paura che non ce ne sarà per nessun altro. Ma la speranza, come si sa, è l'ultima a morire e quella agli altri non la si leverà facilmente …
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