Ma il kefir si è scoperto essere una miniera di sostanze benefiche per la salute. In primis una colonia di batteri buoni, quelli che permettevano di conservare il latte sopprimendo i batteri nocivi, vitamina B12, niacina, acido folico, calcio e proteine.
Ma i batteri buoni che si trovano in questa bevanda sono di ceppi particolari che non si trovano nel comune yogurt, questi batteri rendono il kefir un ottimo aiuto per la digestione e non solo.
Il kefir elimina i problemi di stitichezza, riduce le allergie, rappresenta una forma ottima di antibiotico naturale, riduce e previene influenza e raffreddore stimolando il sistema immunitario e tra l’altro è uno dei probiotici migliori da assumere dopo una cura con antibiotici tradizionali perchè ripristina la flora batterica intestinale in modo molto efficace.
Per chi soffre di diabete o di intolleranza al latte in generale esiste il kefir d’acqua che non solo è adatto ai diabetici, ma si presta ad essere preparato in vari modi, impiegando per esempio acqua di cocco e arricchendo il kefir di spezie o pezzi di frutta oppure anche fettine di limone.
Si tratta di una forma di kefir più leggera, ma con le stesse preziose proprietà del kefir di latte. Il kefir si trova già confezionato nei negozi di alimenti naturali oppure si possono acquistare le apposite bustine di fermenti per prepararlo in casa più volte con le stesse bustine.
Basta riempire una caraffa da 1 l circa di latte, se si preferisce il kefir tradizionale, o di acqua e versare la bustina di fermenti coprendo la caraffa con una stagnola. Si lascia riposare mescolando di tanto in tanto. In genere il kefir è pronto già dopo 48 ore. Maggiore è il tempo di riposo, più densa sarà la bevanda ottenuta.
Per ottenere una buona densità si consiglia l’impiego di latte intero. Nulla però vieta di usare anche latte vegetale, solo che il kefir ottenuto sarà decisamente più liquido proprio perchè il latte vegetale è meno grasso.
Per ottenere benefici il consumo ideale è di 2 tazze al giorno per una settimana, poi interrompere ed eventualmente riprendere per un’altra settimana.
