La musica di Mozart per curare l’epilessia

Il piccolo Wolfgang continua a stupire con i suoi effetti speciali e dal miglioramento delle prestazioni mentali alla cura di disturbi importanti come l'epilessia il passo è stato breve. Un gioco da ragazzi… prodigio naturalmente! Infatti il caso che tanto clamore ha suscitato qualche tempo fa, per ora rimane nell'ambito dell'eccezionalità, ma cercare di capire come sia potuto accadere che una persona con una forma di epilessia grave e resistente a qualsiasi tipo di trattamento sia potuta migliorare grazie alla musica di Mozart potrebbe permettere di scoprire qualcosa in più su questa malattia che ha ancora molti lati oscuri.

Oggi è la Giornata Nazionale per l'Epilessia e come promesso cominciamo ad occuparci del rapporto tra epilessia e arte con questo post. Gli esperti dell'Istituto di Neurologia di Londra pensavano di avere a che fare con un caso disperato, con quel paziente di 46 anni che nonostante fosse stato sottoposto a sette diverse terapie a base dei più avanzati farmaci e perfino un intervento chirurgico al cervello, non aveva reagito in modo marcato e continuava ad essere vittima in media vittima di sette attacchi epilettici al mese ed era incapace di controllare moti giornalieri di riso convulso. Poi, all'improvviso è arrivato il miglioramento, arrivato quanto mai inaspettato visto in quel periodo non era stato cambiato nulla. Nulla riguardo alla terapia ovviamente, perché indagando sui possibili motivi di un tale miglioramento, i medici hanno scoperto che l'uomo nel frattempo si era messo ad ascoltare Mozart – in genere quaranticinque minuti al giorno – e tanto era bastato per dargli un nuovo, vincente vigore nella battaglia contro quella grave sindrome neurologica.

Caso non disperato quindi, ma nemmeno l'unico. Uno analogo, riguardante un bambino affetto dalla sindrome di Lennox-Gastaut, una rara forma di epilessia, era già stato segnalato dai neurologi dell'università dell'Illinois. Sulla scorta di questi due casi vari quotidiani hanno ritirato fuori la questione dell'effetto Mozart che per alcuni, se non è proprio una panacea ci va almeno vicino. Finora in realtà la musica di Mozart aveva fatto registrare miglioramenti di prestazioni cognitive comunque normali ma a parte i due casi citati non aveva ancora mostrato poteri taumaturgici di un tale livello. Per esempio, in un esperimento fatto sottoponendo un gruppo di "cavie" all'ascolto della sonata K448 per piano del musicista austriaco: quella musica ha fatto aumentare temporaneamente di 8-9 punti il quoziente intellettivo degli ascoltatori. Una buona dose di Mozart aumenta anche le capacità matematiche e visive di un individuo, riduce lo stress e il dolore di origine artritico, ha un impatto benefico sul cuore e sul feto stimolandone lo sviluppo cerebrale. Non lascia indifferenti nemmeno i topi (che acquisiscono maggiore senso dell'orientamento spaziale nei labirinti) e le carpe (che diventano più sane e più felici se attorno a loro risuonano le note di Eine Kleine Nachtmusik.

Non è chiaro perché tutto ciò avvenga, ma molti esperti pensano che la zona del cervello dove si recepiscono ed elaborano le informazioni sulla musica sia la stessa della percezione spaziale e per qualche ragione ne nascano quindi interazioni estremamente benefiche per l'attività della sostanza grigia, dove la complessa, raffinata musica di Mozart – in particolare la citata sonata K448 – avrebbe un impatto paragonabile alle pulsazioni elettriche e metterebbe ordine tra le cellule nervose malfunzionanti.

Resta quindi da capire come mai proprio Mozart e non invece Verdi, Beethoven o Brahms, ma anche su questo non ci sono certezze scientifiche. Alcuni scienziati sospettano che il compositore austriaco agisca da farmaco per la sua peculiare tecnica di costruzione musicale, basata su temi richiamati a intervalli fissi con il ricorso a note spesso diverse da quelle originali. Un tentativo di spiegazione più approfondito a provato a darlo PsicoLab.

Certo da qui a pensare che la musica di Mozart possa curare l'epilessia ce ne passa, ma come ripeto questi due casi meritano di essere indagati, come lo meritava il caso di epilessia musicogena talmente selettiva che gli attacchi venivano scatenati da un particolare genere musicale e da un cantante in particolare e di cui abbiamo già parlato. Comprendere cosa può esserci sotto sicuramente porterà a nuove acquisizioni sulla malattia in generale e anche se non eliminerà mai l'epilessia sicuramente Mozart sarebbe contento di aver dato un prezioso contributo anche alla scienza.

Io in ogni caso vi faccio sentire questa famosissima sonata K448: allo spirito sicuramente fa bene.

Fonte: Ansa

Lascia un commento

Psicologia per un San Valentino perfetto

Cuoio capelluto irritato: quali sono le cause

Leggi anche
Contentsads.com