Le squadre ai Mondiali di Calcio: come arrivare in forma, e come restarci

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

Ieri in una conversazione a tavola un amico, lamentando la scarsa condizione di forma della Nazionale Italiana di calcio ai Mondiali di Germania, mi chiedeva come mai alcune squadre corrono forte, ed altre non corrono per niente. E come può essere che una squadra che non correva ad un certo punto si metta a correre, e magari a giocare bene; e magari a vincere, come capitò all’Italia dell’82

Ho pensato di scrivere sull’argomento perché, oltre ad interessare gli appassionati di calcio, le cose che diremo potranno essere molto utili a chi si allena, in qualsiasi sport.

Nel calcio, come in ogni altro sport, la prestazione dipende da tanti fattori. Per ottenere la massima prestazione tutti i fattori devono essere ottimizzati e trovare un magica alchimia nel momento della performance. Questo raramente accade spontaneamente: ecco che il preparatore atletico deve sfruttare bene il tempo a sua disposizione per portare la squadra a giocare al meglio – ad esempio – nel Campionato del Mondo. Ma gli addetti ai lavori sanno che si tratta di un’impresa che, così descritta, suona impossibile…
Innanzitutto la squadra è un collettivo di tante infividualità: avere tutti i giocatori in forma massima contemporaneamente a volte è un’utopia… Poi, il preparatore non ha tutto il tempo che vuole per lavorare coi giocatori, e deve far tutto – e bene! – nelle poche settimane a sua disposizione prima dei Mondiali. Infine, la squadra (così come un singolo atleta) non può mantenere indefinitamente un livello di prestazione: come vedremo, più la performance che si desidera è alta, meno a lungo la si può mantenere.
Questi tre punti fermi costituiscono per i preparatori una sfida affascinante, che pone problemi tecnici non semplici che possono insegnare molto agli sportivi praticanti. Ne parliamo dalla prossima volta!

Image courtesy graffitipress.it

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