L’Osservatore Romano loda l'Infinita notte del Festival. E il Festival?

"Il Festival è superficiale e stupido, ma il romanzo che ne svela i retroscena è divertente e mette in luce la capacità umana di riscattarsi dal nulla". Questo, molto sinteticamente, il succo della recensione del romando di Alessandro Zaccuri Infinita notte (Mondadori, 2008) che ieri il quotidiano della Santa Sede ha pubblicato a firma di Lucetta Scaraffia.

"Il plot – riassume infatti la redattrice – si dipana durante il festival, che è al centro dell'interesse dei numerosi personaggi, molto diversi tra loro, che si recano nella città ligure carichi di desideri e aspettative, e che per realizzarli saranno disposti a correre non solo rischi professionali, ma anche pericoli veri e propri". In sostanza "Un romanzo divertente, appassionante e denso di colpi di scena".

Poi però fa i dovuti distinguo con promossi e bocciati.
Secondo l'Osservatore Romano, dal romanzo emerge infatti che "dietro l'atmosfera superficiale e stupida" del festival, "in cui tutto quello che succede sembra virtuale, esiste solo se va in video e ha valore solo se aumenta l'audience", ci sono in realtà "delle persone vere, che ripensano al rapporto con il proprio padre e al figlio che nascerà, o un marito che nonostante tutto non arriverà a tradire la moglie, che lo riaccoglie al ritorno".
E poi virtuale è il Festival. E questa ricerca di "lieto fine" a tutti i costi non è forse un'illusione che crea false speranze e veri delusi?

L'Osservatore romano evidentemente punta alla riabilitazione generale. E infatti di Zaccuri sottolinea che "pur sapendo dipingere un riuscito quadro di denuncia della società che è tutta spettacolo e successo, non si ferma alla parte critica, né fa cadere i suoi personaggi nel fango come usa l'ansia nichilista dei giovani scrittori contemporanei, scegliendo invece di mettere in luce l'umanità e la speranza dei protagonisti, che si rivelano persone umane magari superficiali e complesse, ma capaci di riscattarsi dal nulla".

Insomma ieri avevamo il plauso dell'Osservatore Romano per un romanzo che svela i retroscena, ma anche la segreta umanità, del festival di San Remo.
Ma oggi, dopo la prima serata del 59° Festival di Sanremo, saprà rivalutare anche l'altra umanità? Quella sopra il palco? Compresa quella di Benigni, quella di Oscar Wilde, presente grazie alla lettera dal carcere indirizzata all'amato, letta dal comico toscano durante il suo intervento?

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