Luca Era Gay per colpa di Striscia. Almeno sappiamo chi devono ringraziare le mamme!

Povia ancora al centro dell'attenzione, ma questa volta il modo in cui ha trattato il tema dell'omosessualità in "Luca era gay" centra poco. Ieri sera infatti Striscia la notizia ha rivelato che per la canzone portata al Festival di Sanremo, il cantante si sarebbe ispirato a una loro inchiesta del 2007 su Arkeon, un'associazione in cui, secondo alcuni ex adepti i leader del gruppo millantavano di poter curare gravi malattie e ne denunciavano anche i metodi coercitivi e violenti.

Nell'ottobre di quell'anno Striscia si era effettivamente occupata di Padre Caltalamessa, conduttore del programma "A sua immagine", che per promuovere le attività di Arkeon le dedicò una puntata raccontando come avesse aiutato tra l'altro a uscire dalla condizione di omosessualità un ragazzo il cui nome era proprio Luca. In un'intervista-confessione Luca raccontava la sua esperienza di ragazzo gay che, grazie ad Arkeon, è (o era) sposato con una donna da cui ha avuto anche un figlio.

Fin qui i conti possono anche tornare: c'è Luca, era omosessuale, ora è sposato. Un po' generico però!
Luca è un nome molto comune, tipicamente italiano, semplice e breve, perciò si presta benissimo ad essere inserito nel testo di una canzone sia per la metrica sia per indurre un certo grado di riconoscimento in chi ascolta. Luca è tutti e nessuno in particolare. Un nome praticamente perfetto. E infatti prima che nella canzone di Povia, Luca si è bucato per Carboni (Luca pure lui, ma guarda che caso).

Ma Striscia non si accontenta. "Nelle parole di Luca, spiega infatti il tg satirico (qui il video di ieri), è possibile ritrovare le strofe della canzone presentata a Sanremo da Povia."

Ma dove?!
Intanto, all'inizio del video mostrato da Striscia, si vede Caltalamessa, dire che grazie ad Arkeon Luca "ha ritrovato il rapporto con suo padre", mentre nella sua canzone Povia canta "papà io ti perdonato anche se tu qui non sei più tornato" (vedi video qui sotto).

Poi parte l'intervista a questo Luca, che tra le tante cose dice come per lui l'omosessualità venga "da un dolore che nasce nell'infanzia". Sarà anche stato il suo vissuto, ma questo concetto come tutti quelli espressi nell'intervista, sono solo luoghi comuni sull'omosessualità, come quelli usati da Povia, per questo coincidono. Perché definirli "luoghi comuni" se non fossero ampiamente diffusi ancorché infondati?
La cosa irritante tanto dell'intervista al Luca di Arkeon, quanto del testo della canzone è infatti proprio questo scadere in luoghi comuni, su cui nemmeno la scienza si interroga più.
Non è sbagliato che Luca sia gay e poi non lo sia più. È sbagliato continuare a parlare di padri assenti e madre troppo presenti come causa dell'omosessualità. Penso che più arrabbiate della comunità gay, dovrebbero essere le madri che escono malissimo dalla canzone di Povia, ma loro non hanno ancora un'associazione che le rappresenti, quindi a livello sindacale non hanno voce. O forse sono troppo intelligenti o troppo impegnate a lavorare e crescere figli per perdere tempo con polemiche sterili.

Comunque, come ha detto, stavolta giustamente, Povia a "Porta a porta" prima del Festival "siamo tutti alla ricerca della serenità". E se in questa ricerca scopriamo che per essere sereni dobbiamo abbandonare un comportamento che non ci corrisponde, gettare una maschera che ci fa apparire diversi da quello che siamo sempre stati o che siamo diventati, perché viva Dio, si cresce e si cambia, allora ben vengano i Luca che da gay "diventano" eterosessuali, o gli "eterosessuali" che si scoprono gay.

Ma per tornare al confronto tra il video di Striscia e la canzone del Festival, alla fine il ragazzo conclude la sua intervista su Arkeon spiegando cosa voglia dire per lui essere padre, mentre Povia nel testo dice che Luca è padre e basta. Non dà voce nemmeno alla lei che invece nel video presunto ispiratore parla.
 
Se quelli di Striscia volevano far vedere di aver ottenuto un altro importante successo, bastava dire che l'inchiesta sul metodo Arkeon partita grazie a loro, meno di un mese fa, ha visto la Procura di Bari chiedere il rinvio a giudizio per undici persone. È già qualcosa di cui essere fieri visto che tra i reati sono stati contestati associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza.

Ma poi chi dice che Povia ha preso spunto dal video di Striscia. Magari ha visto direttamente "A sua immagine" di Caltalamessa. E comunque se anche fosse che male ci sarebbe? Gli artisti possono prendere spunto dalla realtà e semmai re-interpretarla con risultati più o meno buoni. Lodiamolo piuttosto per l'ottima memoria, visto che il video risale alla fine del 2006, e ringraziamo che non abbia in alcun modo promosso Arkeon con la sua canzone.

Non sarà che ha ragione Bonolis quando dice che "qualcuno un po' rosica per i successi altrui"?
 

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