Mangiar animali e qualità della sintesi proteica

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

È stato visto che le proteine che l’organismo riesce a sintetizzare basandosi su fonti peptidiche esclusivamente vegetali presentano una minore stabilità nel tempo, soprattutto in relazione ad eventuali “difficoltà ambientali”: basta cioè poco a determinarne il catabolismo. Se questo può sembrare relativamente importante per i tessuti solidi (ad esempio ossa e muscoli), ipotizzando che un ricambio più rapido possa garantire comunque una disponibilità tissutale sufficiente alla vita di relazione, le cose cambiano quando si parla di sostanze quali quelle che abbiamo citato nel post precedente: enzimi, coenzimi, ormoni, neurotrasmettitori, sostanze di controllo… sostanze spesso liquide (gel, colloidi ecc.) che interagiscono continuamente con altre sostanze e sono esposte a cambiamenti di pressione, temperatura, reazioni immunitarie ecc.

In questo contesto è stato visto che la qualità delle reazioni, e soprattutto la quantità di microerrori, microvariazioni di struttura, sostanze di scarto anomale, reazioni incomplete, è molto minore quando le strutture proteiche derivano da proteine di altissima qualità.

Vale la pena notare come questa situazione non porta a problemi conclamati, o a malattie acute specifiche: semplicemente, l’organismo si trova poco a poco a funzionare su un diverso livello di efficienza. Ecco perché consiglio sempre un’alimentazione ricchissima e varia, con sostanze di prima qualità!

Naturalmente una persona che si riempie di grassi saturi presenta così tanti altri problemi che i vantaggi di una elevata qualità proteica tendono a passare in secondo piano, quindi attenti agli errori logici!

Nel prossimo post vedremo “come potrebbe essere” un’alimentazione di prima qualità. Preparate le forchette

Image courtesy oldparsonage-hotel.co.uk

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