Mangiare bene, ancora

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

Prendo spunto da diversi commenti, messaggi e richieste ricevuti negli ultimi giorni riguardo aspetti molto specifici della nutrizione. Alcuni lettori, molto motivati e tecnicamente molto colti, spesso mi chiedono di andare più a fondo nella biochimica nutrizionale.

Oggi vorrei prendere una posizione decisa nei confronti di questo tipo di informazioni, e spiegare perché il tenore dei post in W&P è del tutto diverso.

In questo blog abbiamo più volte parlato della Scienza, e di cosa significhi il termine “scientificamente dimostrato”. Nei cibi esistono certamente milioni di molecole diverse, ed ogni tanto uno scienziato usando un colorante diverso o sezionando qualche topolino in più ne battezza una nuova. A volte, come sappiamo, facendo solo finta di averla vista (si vedano ad esempio questo post ed i seguenti). Ma non è questo il punto.

La vera buona notizia è che la Clinica e l’esperienza terapeutica sono in grado di dare eccellenti indicazioni nutrizionali ad ogni persona che desideri ottimizzare il proprio regime alimentare, per stare meglio o per risolvere alcuni problemi. Per mangiare bene nel quotidiano non è davvero necessario conoscere l’elenco dettagliato dei tannini contenuti in una foglia, e valutarne la risposta all’impedenziometria. Intendiamoci: rispetto moltissimo chiunque si appassioni a questi aspetti della conoscenza. Ma da queste pagine voglio davvero lanciare un messaggio di semplicità: mangiare bene è facile, e se conosciamo bene gli effetti sull’organismo di uno scampo freschissimo non sarà scoprendo qualche altro centinaio di classi di molecole nella sua polpa che staremo meglio: perché gli effetti dello scampo resteranno tali e quali erano prima della nuova scoperta.

Il “pericolo” (?) per chi vuole stare bene è di perdersi dietro i nomi, allo stesso modo nel quale in molti ci perdiamo assistendo ad una tribuna politica.

Cosa importa sapere quanto calcio c’è nel latte se poi questo calcio non è utile per le ossa? Anche di questo abbiamo parlato più volte. Allora l’informazione importante è, semmai, quali sono gli alimenti il cui calcio è più utile per la crescita e lo sviluppo delle ossa.

Infatti, l’approccio “in questo alimento è stata scoperta una grande quantità della tal sostanza” non è utile senza uno studio biodinamico dell’alimento: capire davvero come l’alimento viene elaborato dal corpo, e cosa fanno i suoi principi attivi quando intergiscono coi nostri tessuti.

Un altro problema, infatti, è dato dal fatto che a volte ci fissiamo su una sostanza perdendo completamente di vista l’azione complessiva – il comportamento – del cibo che la contiene: ecco perché evito, solitamente, di elencar molecole. Oltre che sapere quanta vitamina c’è, e di quale tipo, in quale famiglia e sottospecie di frutti, è importante sapere che la frutta ha ad esempio un forte comportamento acido sui nostri tessuti, e che in certi casi può far bene astenersene. Così si costruisce una buona stategia nutrizionale.

In altre parole è opportuno, secondo me, focalizzare l’attenzione sui principi davvero utili (si vedano ad esempio questo post ed i seguenti).

Buon appetito! 

Image courtesy oldparsonage-hotel.co.uk

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