Medici di giorno e blogger di notte

In tempi di web 2.0 i camici bianchi si adeguano e si fanno il blog. Ma come barcamenarsi tra turni in ospedale, pazienti e vita familiare? E soprattutto, cosa ci scriveranno mai?

Prova a rispondere a queste domande l'AIFA, Agenzia italiana del Farmaco, in un interessante articolo pubblicato sull'ultimo numero del Bollettino di Informazione sui Farmaci.
 
Si parte dalla storia del dottor Arnold Kim, nefrologo e da otto anni  blogger di Macrumors.com uno spazio in cui scrive di Apple, la grande azienda informatica statunitense produttrice del Mac, arricchendo i suoi post con retroscena, notizie talvolta riservate, anticipazioni sulle novità tecnologiche, indiscrezioni sulle soluzioni informatiche della società fondata da Steve Jobs. Sarà questo, sarà la grande competenza maturata nel corso di studi in Computer Science alla Columbia University o ancora la dedizione che ci ha messo in tutto questo tempo, fatto sta che il suo blog ha oggi un successo strepitoso con 40 milioni di pagine viste e 4 milioni e mezzo di visite ogni mese. Un successo talmente grande, anche in termini di ritorno economico dalla pubblicità, che ha deciso di "appendere il camice al chiodo" per diventare blogger a tempo pieno.

Per fortuna la storia di altri mediciblogger ha un fine più lieto, almeno dal mio punto di vista. Non tutti infatti abbandonano la professione medica, anzi, molto curano blog dedicati alla medicina rivolgendosi a colleghi, pazienti o studenti e forse questo è il segreto per riuscire a mantenere la doppia attività.

C'è ad esempio, Kevin Pho, medico di medicina generale, il cui blog Straightfromthedoc.com ha talmente tanto successo da essergli valso un'intervista del settimanale economico Forbes in merito alle strategie di politica sanitaria del Presidente Barak Obama, senza comunque togliergli tempo e attenzione per seguire i suoi 2.500 assistiti.

Poi c'è Joshua Schwimmer, di nuovo un nefrologo ma stavolta ancora in attività, che tra un turno e l'altro si occupa del blog EfficientMd.com, una risorsa rivolta assolutamente originale dove i colleghi possono trovare indicazioni su come risparmiare il proprio tempo, organizzare meglio le giornate, usare internet con intelligenza, scegliere in maniera oculata un telefono cellulare, scaricare dal web delle risorse utili alla professione…

Ma in definitiva perché i medici diventano blogger? "In assenza di dati attendibili, non possiamo che affidarci ad una valutazione empirica dell'evidenza – si legge su BIF – i medici usano i blog per cambiare mestiere seguendo le proprie passioni; per fare divulgazione (più o meno affidabile) e informare i cittadini; per comunicare con i colleghi condividendo esperienze non legate alla clinica ma fortemente connesse alla professione; per fare didattica e "pubblicare"; per approfondire e indagare gli aspetti emotivamente più delicati del loro lavoro."

"La sensazione è quella di un mondo notturno con medici che scrivono in pigiama con i familiari già a letto; che cercano di rispettare il principio che un blog aggiornato meno di tre o quattro volte alla settimana difficilmente crea una community di utenti; che tentano di motivare i 200-300 visitatori giornalieri che rappresentano la soglia di un primo successo di un diario del genere; che provano a non contravvenire a una delle regole principali di chi mantiene un blog, quella di essere onesti: nel dichiarare le finalità del proprio impegno, nell'esplicitare le collaborazioni e gli eventuali finanziamenti".

Anche per loro "i blog sono come il sé freudiano: una vita immediata, priva di filtri per comunicare con chiunque voglia ascoltare (o leggere, in questo caso)", come scrisse qualche tempo fa Ivan Oransky, della Temple University di Philadelphia, a proposito dei pazienti oncologici che scrivono nei blog.

Medici come i loro pazienti, mossi dalla voglia di raccontare e raccontarsi per le più svariate ragioni.
Tanti motivi che però portano un numero enorme e in costante aumento di blog curati da medici. Per non perdersi in questo oceano c'è già anche un osservatorio, benzo.org, ideato da un giovane messicano che, manco a dirlo ha studiato medicina negli Stati Uniti e ogni settimana segnala i nuovi "post" dei migliori blog in ambito medico.

Naturalmente non mancano esempi italiani.

Nottidiguardia.it è il blog promosso da un anestesista rianimatore, che potrebbe essere definito "blog letterario" per come vengono raccontati i percorsi incrociati di medici, infermiere, malati, e familiari all'interno dell'ospedale, ma anche un album fotografico per le splendide fotografie dell'autore con cui vengono arricchiti i racconti. E infatti è curato da "un gruppo di operatori sanitari, estrosi ed intraprendenti, che sentono un legame (sottile ma tenace) fra la passione per la medicina e l'amore per l'arte, il teatro, la fotografia, la letteratura."

Saluteinternazionale.info, aperto proprio questo mese, vede convergere l'impegno di un gruppo di autorevoli studiosi coordinato da Gavino Maciocco, dell'Università di Firenze, come una finestra sul mondo di notevole valore anche formativo.

Un esempio tra i tanti che è sempre più facile reperire in rete di "blog collaborativo", cioè animato da un gruppo di persone culturalmente omogeneo per ribadire il concetto che oggi i blogger non tendono più a indugiare troppo sui vissuti personali come era all'inizio, ma piuttosto tentano un'analisi, non sistematica ma originale, di tematiche controverse della cultura odierna.

È il caso ad esempio anche di Eticapoliticalibertàdellascienza.wordpress.com, inteso più uno spazio di riflessione che di condivisione di fatti personali.

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