Notte di San Lorenzo: non solo 10 agosto, il picco di stelle cadenti tra il 12 e 13

«Nella via sola, dopo il soprassalto
di pianto, tutti quattro, orfani già,
guardammo ancora. E poi guardammo in alto
cader le stelle nell’oscurità»
Giovanni Pascoli, Il ritratto (da Canti di Castelvecchio, 1903)

La passione per i fenomeni celesti spinse il poeta Giovanni Pascoli a chiudere con questi versi “Il ritratto“, in una sorta di parallelismo tra le lacrime dei figli rimasti orfani del padre Ruggiero assassinato sulla strada di casa e le “lacrime del cielo”.

Il tema è presente anche in una poesia precedente, “X agosto” scritta nel 1896, in cui il poeta rievoca quello che è appunto uno degli eventi più tragici e dolorosi della vita: la morte del padre avvenuta il giorno di San Lorenzo del 1867, infatti, il padre Ruggero venne assassinato con una fucilata mentre sul proprio calesse tornava a casa da Cesena. Pascoli vuole comunicare, con i suoi versi, la tristezza per la mancanza del padre assassinato. Una profonda infelicità accentuata mettendo a confronto una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi rondinini e il padre che ritornava a casa portando due bambole alle figlie e condivisa anche dal Cielo col suo pianto:

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereno, infinito, immortale,
oh, d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male

E probabilmente è stata proprio questa poesia ad aver contribuito a far diventare la notte del 10 agosto “la notte delle stelle cadenti” per antonomasia. Gli astronomi la pensano, però, diversamente e, calcoli alla mano, ci dicono che il fenomeno delle “stelle cadenti” è tutt’altro che circoscritto ad una sola serata, ma è un evento che coinvolge l’arco temporale di circa un mese (dal 17 luglio al 24 agosto) e che presenta un massimo in una giornata che va calcolata anno per anno. Non è detto, insomma che le Perseidi, così sono chiamate le stelle cadenti d’agosto, si possano vedere in tutta la loro magia proprio il 10 di agosto. Quest’anno, ad esempio, il picco sarà nella notte tra il 12 e 13 agosto, anche se, secondo taluni esperti cadrà più verosimilmente alle 15.00 del 13 agosto favorendo per l’osservazione le zone dell’Estremo Oriente e della costa ovest americana. Ma non tutti concordano con quest’ultima previsione e comunque non si tratta, come detto, di un fenomeno circoscritto a poche ore: l’unico limite per vedere le Perseidi sarà dunque anche da noi la visibilità del cielo. Cercatevi un posto buio, lontano dalla luminosità cittadina con un’ampia fetta di cielo da osservare e armatevi di santa pazienza: la Luna, a differenza dell’anno scorso che era piena in questo periodo, sarà dalla vostra parte. E appena vedete “cader le stelle nell’oscurità” esprimete il vostro desiderio. Ma non lo dite agli astronomi: per loro le Perseidi sono soloframmenti di piccoli sassi della nebulosa proto planetaria da cui si è formato il sistema solare e residui delle code delle comete” come ricorda l’astrofisica Margherita Hack.

Niente stelle che vengono giù, insomma, ma ammassi di polveri e gas staccatisi da esse che quando entrano nella nostra atmosfera a gran velocità (circa 200 mila chilometri al secondo) per l’attrito appaiono come scie luminose che cadono. Si vedono in gran numero in questo periodo perché è il momento in cui l’orbita terrestre attraversa l’orbita di una cometa dal nome Swift-Tuttle e vengono dette dette Perseidi perché per un effetto di prospettiva sembrano provenire da un punto che si trova nella costellazione di Perseo.

Che c’entra San Lorenzo? Perché appunto questo incontro ravvicinato tra Terra e Perseidi avviene intorno al 10 agosto che coincide con il giorno in cui si celebra San Lorenzo, il martire che fu condannato al rogo. La tradizione vuole che le stelle cadenti rappresentino le scintille dei carboni ardenti del rogo, laddove per Giovanni Pascoli sono le lacrime celesti di cui parla nella poesia X agosto o la successiva Il ritratto.

In ogni caso è inutile chiedere a Margherita Hack o a chi per lei se esprimerà un desiderio per la notte di San Lorenzo perché vi risponderà con un secco “no”, o conoscendola, con qualcosa di più colorito ma meno poetico.

Lasciamo agli scienziati la loro scienza e teniamo la magia per noi: aspettiamo dunque di riveder le stelle cadere con la poesia, questa sì vera, di Giovanni Pascoli di cui quest’anno ricorre anche il centenario della morte.

X AGOSTO
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Tornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereno, infinito, immortale,
oh, d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male

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