Nuova Tessera sanitaria per gli animali, Milano è il primo Comune a vararla, ma la mala-informazione è in agguato

E’ la novità dell’anno per i milioni di italiani che posseggono un animale da compagnia. Lanciata a fine 2010 da Amico Pets in collaborazione con ANMVI e il patrocinio di FNOVI e Ministero della Salute, la nuova tessera sanitaria individuale per gli amici a quattro zampe è correlata ad un sistema innovativo di gestione dei dati anagrafici, sanitari e clinici, grazie a un microchip che la rende del tutto simile alla nostra tessera sanitaria. Ma non identica, purtroppo!

La campagna promozionale è partita in grande stile su riviste e siti web dedicati agli animali rivolti sia al pubblico che ai veterinari. Tuttavia, il nocciolo del problema che potrebbe vanificare l’utilità potenziale della tessera e gravare sul portafogli dei proprietari di animali, sta proprio in questa comunicazione partita in parallelo tra i potenziali clienti e chi dovrebbe fornire il servizio senza essere obbligato a farlo, ovvero i veterinari (vedi a questo proposito l’articolo che presenta AmicoPetsCard agli specialisti sul numero di novembre della rivista Professione Veterinaria e poi più volte citata anche nei numeri successivi). La differenza sostanziale tra la tessera per gli animali da compagnia e quella per i proprietari, infatti, sta nel fatto che non è né obbligatoria né gratuita. In altri termini, se il proprietario di un animale decidesse di andare sul sito di Amico Pets per richiedere la tessera rischierebbe di buttare invano i 28 euro rischiesti se il suo veterinario di fiducia decidesse per svariati motivi di non aderire all’iniziativa e quindi di non dotarsi del lettore necessario per caricare i vostri dati sulla tessera. Allo stesso modo, se anche il vostro veterinario aderisse e caricasse la tessera con tutte le informazioni cliniche del vostro animale, queste sarebbero assolutamente inaccessibili se, per una qualsiasi emergenza, vi trovaste ad andare da un altro veterinario che ha deciso di non aderire.

L’idea della tessera sanitaria in sé non è affatto sbagliata. Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, intervenuta qualche giorno fa al Castello Sforzesco per annunciare l’adesione del suo Comune all’iniziativa ha sottolineato, correttamente, che così “si vuole contribuire a diffondere un alto valore sociale, di responsabilità civica e di sensibilizzazione dei cittadini ai bisogni del proprio animale”. Ma volere non sempre è potere, soprattutto se non si mettono le persone in grado di decidere cosa è davvero meglio per sé. La campagna informativa che sta martellando i proprietari di animali attraverso stampa, tv, internet o contatto diretto come appunto la presentazione di Milano in qualità di primo comune aderente che ha visto, tra l’altro, la consegna di una tessera sanitaria gratuita per un anno ai proprietari di cani, gatti e animali da compagnia che hanno visitato lo stand di AmicoPets, allestito al Castello Sforzesco, non fa altro che accrescere interesse intorno a un’iniziativa a mio avviso non ancora nata.

Ci sono, infatti, tanti motivi per cui doveva essere discussa meglio coi veterinari in fase di progettazione, onde garantirne un’adesione più capillare. E comunque proposta al pubblico solo dopo verifica della stessa o, in alternativa, con specifica bene evidente del dettaglio tutt’altro che trascurabile della necessità di conoscere le intenzioni del proprio veterinario prima di procedere al pagamento della card.

A questo punto vi chiederete, giustamente perché mai un veterinario non dovrebbe aderire al progetto di Amico Pets se è così buona come sostiene anche Moratti e se ha tra i promotori due associazioni di categoria e il patrocinio, niente meno, che del Ministero della Salute. È presto detto. Il veterinario del mio cane a cui ho buttato lì l’argomento in occasione di una normale vaccinazione annuale, mi ha detto che molto probabilmente non aderirà per tre fondamentali motivi:
1)    La tessera sanitaria non potrebbe contenere tutti i dati clinici necessari ad un altro veterinario per curare il proprio animale in emergenza, motivo per cui sarebbe comunque costretto a rivolgersi direttamente al proprio veterinario contattandolo per via telefonica, ad esempio,
2)    Fa parte dello staff medico di una clinica veterinaria aperta 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno che garantisce assistenza, ma anche (e soprattutto) reperibilità continua in ogni momento per veterinari esterni che eventualmente avessero bisogno delle informazioni del proprio animale cliniche per curarlo se ci si trovasse lontano
3)    Molti proprietari di animali hanno frainteso il senso della tessera, scambiandola per l’adesione a una sorta di mutua che garantirà prestazioni gratuite per la cura del proprio Pets, quindi onde evitare spiacevoli equivoci al momento del pagamento delle prestazione, il suo orientamento, al momento sarebbe quello di non aderire all’iniziativa.

Ora, queste sono le tre motivazioni del veterinario del mio cane, ma chissà quante se ne troverebbero di altrettanto valide, se ogni proprietario di un animale da compagnia decidesse di interpellare sulla questione il proprio veterinario di fiducia. E pensare che io non mi ero nemmeno posta il problema della possibile non adesione del veterinario fuorviata dalla presenza di associazioni di categoria dietro il progetto, né mi sarei mai aspettata che qualcuno potesse scambiarla per la mutua degli animali e pretendere assistenza gratuita. Anzi, semmai il motivo per cui ho buttato lì la cosa col veterinario era il dubbio che gravare ulteriormente di una spesa fissa annuale le spese per i propri Pets non fosse in giusta proporzione col servizio in più che può garantire.
Non ve ne avrei nemmeno parlato in questa sede e in questo momento se non fosse che una presa di posizione così decisa da parte del Comune di Milano sta rischiando davvero di far finire male, malissimo un’iniziativa che sulla carta, con una progettazione giusta e una corretta campagna informativa, avrebbe buone possibilità di portare risultati positivi per gli animali e per chi li ama.

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