Ottimizzare la preparazione

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

È stato visto che non serve allenarsi sempre con la massima intensità, soprattutto se ci alleniamo spesso.

Quello che succede è che se una parte della fatica di un allenamento rimane anche durante l’allenamento (o gli allenamenti) successivi, la seconda volta sarà sufficiente un carico esterno ridotto per generare lo stesso carico interno, quindi lo stesso effetto supercompensativo. Sto utilizzando termini ormai noti ai miei tre lettori, se vi siete sintonizzati solo ora seguite… i link!

Naturalmente, mentre è possibile calcolare percentuali di uno stesso tipo di allenamento, più complesso è invece capire come “scalare” quando in allenamenti successivi si affrontano pratiche differenti. tuttavia, il concetto rimane valido.

Facciamo un esempio, considerando per semplicità un atleta che si allena cinque giorni alla settimana facendo un’unica serie di addominali (sempre lo stesso esercizio). Immaginiamo che all’inizio della preparazione il massimale dell’atleta sia di 15 minuti. Ecco l’andamento della modulazione nel corso della prima settimana:

 

Lunedì:     15′
Martedì:    12′
Mercoledì:   6′
Venerdì:    12′
Sabato:       4′:30″

 

Come è facile capire, i valori seguono l’andamento 100% – 80% – 40% – Riposo – 80% – 30% – Riposo.

Entro 2-3 settimane l’atleta pecepirà che il lunedì riesce ad andare oltre i 15′: deve approfittarne, e stabilire un nuovo primato a partire dal quale ricalcolare i valori per le settimane seguenti.

Si tratta di un sistema molto efficace se utilizzato bene, che richiede alcune attenzioni di cui parleremo nel prossimo post!

Image: Gianluca Genoni, courtesy genoni.com

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