Primo maggio: arriva il kit da pic nic a KM 0

Pic nic del 1 maggio: non sai cosa mettere nel cestino? Coldiretti presenta in anteprima per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II il primo kit da picnic a km 0.

Domani, tempo permettendo, molti di voi saranno impegnati nel pic nic del primo maggio.

Un prodotto tipicamente consumato dagli italiani nel pic nic del primo maggio sono le fave fresche.

Le fave, ricche di proteine, fibre, vitamine (A, B, C, K, E, PP) e sali minerali, hanno una riconosciuta azione di drenaggio dell’apparato urinario e tra i legumi sono i meno calorici: per 100 grammi di fave fresche l’apporto energetico è di sole 37 chilocalorie. 

Gli unici a dover stare lontani dalle fave sono gli affetti da favismo, una malattia genetica ereditaria dovuta alla mancanza dell’enzima G6PD (glucosio-6-fosfato deidrogenasi) con manifestazioni a carico dei globuli rossi.

Insieme alle fave va alla grande anche il pecorino sardo: abbinamento, questo, che unisce due prodotti della tradizione agroalimentare nazionale conosciuti entrambi fin dal tempo degli antichi romani ed è irrinunciabile in molte regioni come Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. 

Proprio per questo la Coldiretti ha presentato il primo kit da picnic a km 0 con fave, pecorino, vino, acqua oltre ad una tovaglietta e bicchieri e posate in plastica biodegradabile, per un totale di 5 euro l’uno che verrà distribuito in anteprima  domenica 1 maggio, a Roma, in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II, nell’ambito dell’iniziativa “Campagna Amica” all’Auditorium. 

Se per i pecorini Sardo e Romano i prezzi dovrebbero essere in calo poiché il latte viene sottopagato ai pastori, i prezzi delle fave sono sostanzialmente stabili e variano tra 1,5 e i 2,5 euro al chilo. 

Per garantirsi un prodotto di qualità, la Coldiretti consiglia di accertarsi al momento dell’acquisto che il baccello delle fave sia turgido, di colore brillante e senza macchie, lucido e di forma regolare. Ad autenticarne la qualità e, in particolar modo, la freschezza, è – rileva la Coldiretti – lo schiocco che deve fare il baccello quando lo si spezza. 

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