Professione hostess: volare nonostante tutti

Il Grande Fratello di quest'anno, ospitando nella sua casa Daniela Martani, hostess della compagnia di bandiera Alitalia al momento dell'ingresso, ha portato alla ribalta una professione che fino a qualche generazione fa era tra le più ambite dalle ragazze italiane.

Ora le ragazze aspirano prevalentemente ad altro. La Martani, ad esempio, non ha mai nascosto di volare solo per poter continuare a sperare nel grande salto nel mondo dello spettacolo e anche se con l'ingresso nella Casa del Gf pensava di aver trovato il trampolino giusto, non ha mai lasciato definitivamente il suo posto di lavoro. Ovviamente la Cai, uscita a fatica da una crisi terribile e alla disperata ricerca di credibilità non ha tollerato (e come avrebbe potuto?) una simile mancanza di dedizione all'azienda, oltretutto spiattellata in televisione e sui giornali, così ha deciso di lanciarla lei, ma fuori dalla compagnia. Licenziata!

Ma per una hostess diventata prima famosa e poi ex come Daniela Martani, ce ne sono altre migliaia che continuano a lavorare nell'anonimato, magari amando il proprio lavoro, ma facendo una fatica tremenda a districarsi tra passeggeri esigenti o scontrosi, vertici aziendali tiranni e paura per la crisi economica incombente. Per fortuna anche alle hostess ogni tanto capita di fare esperienze diverti.

A smascherare vizi e virtù che si celano dietro la professione, ci hanno pensato due hostess, una di volo e una di terra, diventate blogger per la voglia di raccontare e raccontarsi senza troppi peli sulla lingua. Sarà stato per questo o per l'effetto Martani, fatto sta che entrambe hanno ottenuto un discreto successo, attirando perfino l'attenzione della stampa e forse anche dei datori di lavoro, visto che uno dei due blog è stato oscurato subito dopo.
E sì perché "Vita da hostess di volo", il blog di un'assistente Ryanair, non ci andava leggero quanto a racconti. Come scriveva qualche settimana fa Repubblica, prima che chiudesse, Vita da hostess di volo "è un viaggio tra passeggeri a volte un po' sprovveduti, spesso maleducati e arroganti, ignari delle più banali misure di sicurezza che bisogna rispettare. Ma è anche un punto di osservazione privilegiato e sincero nel mondo di una compagnia aerea low cost di Michael O' Leary, che pubblica le classifiche dei dipendenti più produttivi, sulla base di quanto vendono."

Della sua blogger si sapeva poco prima (sui 30 anni, da due più di due anni impegnata a camminare su e giù per i corridoi dei Boeing 737 della compagnia irlandese) e ancora meno si sa adesso che sembra scomparsa. Difficile dunque dire se il blog non riaprirà più perché la hostess è stata identificata e licenziata o comunque "invitata" a interrompere la carriera parallela di blogger. Ma è un'eventualità visto che aveva pubblicato pure una sua foto mentre se ne sta sdraiata e sorridente dentro una cappelliera dell'aeromobile.

Non potendoli più gustare nel blog, accontentiamoci di leggere quel che ne resta nelle parole dell'articolo di Repubblica. Anche perché prima o poi qualcuno potrebbe decidere di fare un libro su queste avventure semi-serie da hostess di volo equamente suddivise, come anticipava subito la blogger, tra "bagni, emergenze mediche, e repressi".

Sugli aerei pare in fatti che succeda di tutto, dai passeggeri rompiscatole che pretendono di portare valigie dalle dimensioni irregolari o che vogliono imbarcarsi con un biglietto valido per un altro giorno (e in cui volare costava meno) a quelli viziosi che  vogliono fumare anche nelle toilette, si fanno sorprendere con rivista pornografica in mano e i pantaloni semi-abbassati, vogliono alzare il gomito e a scanso di equivoci o divieti, si portano direttamente le scorte da casa o si imbarcano già ubriachi per piantare poi casini con più calma. In quest'ultimo caso allora, meglio quelli che da ubriachi si addormentano come quei tre lèttoni che ricorda la hostess-blogger: "tre cadaveri significa tre persone in meno che rompono".

Ma obblighi e divieti sugli aerei sembrano optional per molti passeggeri. "Ci sono quelli che non rispettano l'obbligo di allacciare le cinture, e prima che l'aereo abbia spento i motori si alzano in piedi. Una cosa rischiosa. Puoi dirglielo in tutte le lingue: italiano, inglese, polacco. Fingeranno di essere arabi, cinesi, eschimesi. L'aereo camminava in pista, tutti si alzano per ragioni incomprensibili. Come le pecore, uno fa una cosa, e la fanno tutti. Da seduti non ci si rende conto di quanto la cabina sballottoli durante le passeggiate in pista. Quella volta si erano alzati tutti. A un certo punto, davanti ai miei occhi, a una curva dell'aereo, una signora cade a terra come una pera cotta. Mi guarda. Non l'aiuto ad alzarsi. Cerco di non manifestare il mio brivido di piacere".

Poi naturalmente ci sono le emergenze mediche da affrontare: passeggeri che svengono, che si sentono male in bagno e perfino principi di infarto. La hostess ci ride, ma spesso è difficile capire chi sta male sul serio da chi vuole solo giocare. In un post dal titolo "non morire sul mio aereo, please" racconta di un passeggero, cui ha dovuto tenere la mano, che sembrava sul punto di perdere coscienza in seguito a forti dolori al petto. "Nel bel mezzo del servizio, al centro cabina, alzo lo sguardo e vedo spuntare delle gambe distese per terra. Il corpo deve essere sotto il mio sedile. Lui resta lì per tutto il viaggio. Io non posso più servire le cose contenute in alcuni carrelli visto che il suo corpo ne blocca l'apertura. Finito il servizio, è sempre lì. Pare ci abbia preso gusto, visto non mi sembra che stia più tanto male". Lei scherza: "'Senti tesoro, io c'ho da trafficare non poco qui. Se non te la senti di tornare al tuo posto, resta, io però comincerò a scavalcarti, ok?".

La "vendetta" però può arrivare inaspettata. Come quando un assistente di volo, d'estate, dieci minuti prima dell'atterraggio, li ha invitati, con l'altoparlante, a chiudere le ventole dell'aria, in vista dell'atterraggio. "Immediatamente si vedono decine e decine di mani che si affrettano a chiuderle. Poveretti, saranno schiattati di caldo…".

Infine, e questo potrebbe essere la causa della chiusura del blog, non manca uno sfogo contro la compagnia, che ad un certo punto invia alla hostess una sorta di nota di richiamo. Ne scrive in un post dal titolo: "Ecco dove risparmia Ryanair". "Gentile signorina – si legge nella missiva riportata nel post – lei insieme ad altri suoi colleghi risulta avere una media vendite molto bassa. Questo pregiudica la sua validità come assistente volo. Se entro il primo ottobre non sarà salita in classifica, prenderemo atto che non è adatta a questo lavoro". Duro il commento della hostess: "Ma vi rendete conto che io sto per essere licenziata perché i passeggeri non comprano abbastanza cappuccini? Io non ho sbagliato nessuna procedura, non ho ricevuto lamentele da passeggeri né da colleghi ma non vendo abbastanza. Da questo punto di vista la mia compagnia è penosa: mi sento come quelli che vendono gelati sulle spiagge".

Da qui un avvertimento: la possibilità di mettere in aspettativa forzata chi si trova nelle posizioni più basse delle "classifiche di vendite": in pratica, i dati relativi alle vendite effettutate dagli assistenti di volo, che sono affissi su una bacheca. Per la blogger-assistente di volo, l'apettativa forzata si spiegherebbe anche con i costi del corso di addestramento per i neoassunti: "Ryanair se lo fa pagare 3000 euro. Ogni persona assunta gli porta quella cifra. D'inverno, però, i voli diminuiscono. E come si fa lavorare tutti come prima? Bisogna licenziare". L'unica soluzione dunque, è impegnarsi e vendere di più, magari quando si vola fuori dall'Italia: "Se la compagnia vende biglietti a 10 euro, ha bisogno di recuperare soldi in altro modo. Con gli italiani fa la fame, ma con gli inglesi fa veramente i soldoni. A bordo spendono tranquillamente 30 e anche 60 euro a famiglia".

Anche la seconda blogger lavora per Ryanair, ma non si capisce se le due si conoscano e se addirittura abbiano deciso insieme di raccontare le rispettive esperienze in un blog personale. Entrambe però usavano la stessa piattaforma (splinder.com) e avevano indirizzi web simili (hostessdivolo e hostessditerra). La differenza è che quest'ultimo è ancora attivo. Sarà il maggior tatto nel parlare della compagnia Ryanair o il fatto che nessuno se ne è ancora accorto?

Forse la prima. Nel post Ferieee del 15 agosto scrive ironicamente "La hostess se ne va in ferie nella sua terra natia. La si rivedrà bazzicare da queste parti a settembre sempre se la ryanair non deciderà di chiudere i battenti e scappare col bottino!!!Ma quante stronzate scrivono i giornalisti!". Ma a parte la difesa dell'azienda che ne segue, il suo scopo non è certo parlare solo bene di Ryanair che comunque "non è perfetta". "Ho creato questo blog perchè volevo rendere partecipi altri di quello che può essere il mio lavoro in aeroporto, – scrive la blogger nel suo profilo – ma più che altro per riderci su, visto che di situazioni assurde e comiche ne capitano a iosa quasi tutti i giorni. Sarà bello mostrare come possono reagire le persone quando sono in procinto di fare una cosa che va contro natura…VOLARE! In parole povere questa è La mia Vita in aeroporto".

Insomma più che perfetto per citarlo nella nostra nuova rubrica "Te lo racconto io il lavoro".
Mentre preparavo questo post ho però scoperto che Ryanair non ha problemi solo con i suoi blogger-dipendenti, ma anche con i blogger-utenti, tanto che ormai a volare sono più gli insulti che gli aerei, soprattutto da parte della compagnia visto che molti portano la firma Ryanair staff. Ryanair saprà anche volare nei cieli, ma nella blogosfera precipita. Un po' di umorismo e autoironia?

Lascia un commento

Contro l'influenza mai senza propoli! (video)

La tabella di allenamento per la camminata veloce e quanti chili si perdono

Leggi anche
Contentsads.com