Quando Schulz non è Schulz

Colpo di scena. Schulz non è più Schulz. O meglio, non lo è mai stato. Luigi Siviero mi fa notare che la vignetta “Schulz in paradiso“, da me attribuita allo stesso papà dei Peanuts, non è un autoritratto umoristico del proprio passaggio a miglior vita, ma una delle tante vignette con cui diversi fumettisti, famosi e non, hanno voluto omaggiarlo dopo la scomparsa.  

Nel suo blog The house of mystery, fa una panoramica su alcune delle tante opere ispirate alla serie di Schulz e degli omaggi più recenti realizzati per lui. Infatti, sebbene Schulz avesse espresso il desiderio che nessuno realizzasse la serie al posto suo dopo la sua morte, Charlie Brown, Snoopy e gli altri personaggi dei Peanuts continuano ad essere disegnati da altri autori in qualità di omaggi, leciti, di cui lo stesso Schulz, probabilmente, sarebbe il primo a rallegrarsi. Quella che io ho erroneamente attribuito a lui e che dopo attenta ricerca ho scoperto essere, invece, di Randy Bish è poi particolarmente bella.

L’ultima striscia di Schulz resta quindi quella pubblicata il 13 febbraio 2000 che illustra questo post. Se ne avesse fatta qualcuna riguardo alla propria dipartita, al momento non è ancora nota.

Nonostante l’errore sono più contenta così. Come vi avevo scritto nel post mi metteva un po’ tristezza pensare che Schulz, alla sua morte volesse, portarsi via anche Snoopy. Allora non lo scrissi per non essere fraintesa, ma la parola che mi veniva in mente era “egoismo”. Lo stesso egoismo mascherato da “amore estremo” che porta alcune persone a uccidere nella convinzione che “se non posso averti io, allora non ti avrà nessuno”. Lo Schulz che ho imparato a conoscere attraverso le sue vignette avrebbe salutato il suo Snoopy e, asciugandogli le lacrime, gli avrebbe fatto vedere gli amici che aveva disegnato per lui e che ora lo stavano aspettando. Con le lacrime anche loro, sicuramente, ma con la consapevolezza che insieme si può sopravvivere al dolore di una perdita tanto grande.
Fatta da un appassionato dei Peanuts sembra incarnare, invece, l’ideale di amore eterno che più o meno inconsciamente abbiamo tutti. E, infatti, tra le centinaia di vignette-omaggio ce ne sono diverse simili a quella di Bish. In realtà l’amore eterno esiste solo se accettiamo il fatto che possa assumere forme sempre diverse lungo il cammino.

E poi questo errore mi ha permesso di trovare un nuovo amico di blog senza ledere il vostro diritto a un’informazione corretta. Magia del web cooperativo!

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