Resiste l'inno alla vita di "Lo scafandro e la farfalla"

Per un Tornatore che non ce l'ha fatta consoliamoci con "Lo scafandro e la farfalla ". Il film del regista newyorkese Julian Schnabel, vincitore del premio come Miglior Regia al Festival di Cannes 2007 è ancora in corsa per l'Oscar nella stessa categoria. Perché dovrebbe ripagarci dell'esclusione de "La sconosciuta" del nostro regista come Miglior film straniero? Semplicemente perché il film di Schnabel, è ispirato al romanzo omonimo ed autobiografico di Jean-Dominique Bauby, giornalista e capo redattore della rivista francese Elle, divenuto improvvisamente disabile a causa di un ictus. Un libro bellissimo che è un vero inno alla vita fatto da un uomo a cui la malattia ha tolto letteralmente tutto. La storia è nota. L'8 dicembre 1995 un ictus getta Jean-Dominique Bauby in coma profondo. Quando ne esce, tutte le sue funzioni motorie sono deteriorate. Colpito da quella che in medicina si chiama locked-in syndrome, una condizione che lascia perfettamente lucidi ma prigionieri del proprio corpo inerte. Bauby non può più muoversi, mangiare, parlare o anche semplicemente respirare senza aiuto. In quel corpo rigido e incontrollabile come lo scafandro di un palombaro, solo un occhio si muove. Quell'occhio, il sinistro, è il suo legame con il mondo, con gli altri, con la vita. Sbattendo una volta le palpebre del suo occhio Bauby dice di sì, due volte significano no. Sempre con un battito di ciglia, ferma un interlocutore su una lettera dell'alfabeto che gli viene recitato secondo l'ordine di frequenza della lingua francese: "E, S; A, R, I, N, T…". E, lettera dopo lettera, Bauby detta parole, frasi, pagine intere… Un battito di ciglia che ricorda il battito d'ali di una farfalla, per tradurre in lettere, parole e frasi, i pensieri, desideri, sofferenze e grida che per fortuna nostra hanno trovato una bocca capace di tradurli in suoni e ora immagini. Con il suo occhio Bauby scrive questo libro: per settimane intere, ogni mattina prima dell'alba, pensa e memorizza un capitolo che più tardi detta a una redattrice del suo editore. Così, da dietro l'oblò del suo scafandro, invia le cartoline di un mondo che si può solo immaginare, dove vola leggera la farfalla del suo spirito.
Il romanzo fu pubblicato nel 1997, alcune settimane dopo la morte di Jean-Dominique Bauby, avvenuta all'età di 44 anni. Il lungometraggio di Schnabel riesce a far vivere in diretta ed in primo piano le tappe della vita in ospedale dell'ex giornalista a Berck-sur-Mer: dal risveglio dal coma alla lenta riabilitazione, alla scoperta del nuovo modo di comunicare. Nel cast accanto al protagonista Mathieu Amalric, hanno recitato Emmanuelle Seigner, Marie-José Crozè, Hiam Abbass, Niels Arestrup, Fiorella Campanella, Jean-Pierre Cassel, Emma de Caunes e Max von Sydow
"Lo scafandro del corpo, non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare"
"Anche l'immobilità è fonte di gioia" (Jean-Dominique Bauby)

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