Scaricare la schiena – dolori e rigidità alla colonna vertebrale – Gli esercizi

di Gianfranco Di Mare

Performance Engineer

Dicevamo ieri che solitamente, quando un disagio alla schiena è deteminato da uno stato di contrazione muscolare eccessivo o inutilmente prolungato, è opportuno allungare e rilassare soprattutto i muscoli della parte posteriore del busto. La ragione, semplificando, è che addominali e obliqui non sono collegati direttamente alle vertebre, ma alla gabbia toracica: questa disposizione inserisce un intermedio elastico che rende meno diretta la loro azione sulla colonna.

Nell’immagine sotto al titolo (che potete ingrandire facendo click col mouse) vedete alcuni esercizi, o posizioni, detti di decompressione discale. Questi esercizi – tutti adeguati ai nostri scopi – non sono equivalenti: vediamoli brevemente.

Come potete notare, le posizioni 1, 2, 3 e 5 si basano su quella che abbiamo definito apertura a ventaglio o a fisarmonica. La 6 e – soprattutto – la 4, invece, si basano su un principio diverso: l’allungamento longitudinale della colonna vertebrale. La differenza, che comunque visivamente balza all’occhio, sta nel fatto che – lo dicevamo ieri – nell’apertura a fisarmonica le vertebre si distanziano tra loro da una parte, mentre dal lato opposto tra loro si avvicinano. Si tratta di una situazione del tutto fisiologica tranne che in un caso: quando la distanza intervertebrale sia già di per sé ridotta, proprio su quel lato, per un’alterazione o una deformazione. Se la vostra colonna non è a posto, prima di fare regolarmente esercizi chiedete un chiarimento in questo senso al vostro specialista di fiducia.

Nell’allungamento longitudinale, invece, i movimenti intervertebrali sono molto più limitati ma omogenei – per quanto lo consentano le complesse articolazioni intervertebrali – su tutta la superficie.
Un altro modo di ottenere un allungamento omogeneo è restare fermi, leggermente sospesi sulle braccia, come nell’esercizio delle parallele, che potete vedere nella seconda figura. Quale che sia l’esercizio che preferite, è opportuno non stirare la colonna col peso dell’intero corpo, ma – come si vede bene nella prima immagine – scaricare una parte del proprio peso a terra. Il movimento a fisarmonica, infatti, quando la morfologia vertebrale sia nella norma, è molto più fisiologico di un allungamento longitudinale forzato (terrificante pratica di tortura che veniva utilizzata in certi istituti specializzati negli anni ’60 e ’70 per favorire l’aumento della statura, con risultati devastanti sul lungo termine).
L’esercizio di sospensione alle parallele può essere eseguito anche appoggiandosi alle spalliere di due sedie (meglio, così i piedi sono sempre a contatto col terreno) oppure mettendosi nell’angolo della cucina, dove il piano di lavoro fa angolo; comunque lo facciate non deve essere forzato, e il peso non deve essere lasciato andare di colpo cercando di ottenere lo “scrocchio” delle vertebre, per quanto piacevole sia.

Ma dello scrocchio articolare (che è poi lo stesso principio della morte per impiccagione) parleremo nel prossimo post!

State sciolti

Images courtesy sportmedicina.com and discobolo.it

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