Sport: donne uguali a uomini in quelli di destrezza. Jessica Rossi non resterà caso isolato

Fa discutere l’exploit dell’italiana Jessica Rossi a Londra 2012, vincitrice di una medaglia d’oro nel tiro al piattello con 99 bersagli centrati su 100 (record mondiale). Come può essere così brava a sparare una giovane donna così piccola e fragile all’apparenza?

Ma per gli esperti non c’è nulla di anomalo e anzi potrebbe non rimanere un caso isolato, ma essere l’inizio di una lunga cavalcata delle sportive a ridurre la forbice che le separa dalle prestazione degli uomini. Soprattutto nelle discipline di destrezza come il tiro al volo (skeet, fossa olimpica, fucile e il piattello) e l’equitazione.

Negli sport dove la componente della forza è meno vincolate e sono fondamentali invece la destrezza e le capacità neurosensoriali, le donne stanno drasticamente limando la forbice che le divide dagli uomini“, spiega Fabio Pigozzi, presidente Federazione mondiale medicina sportiva, inviato nei giorni scorsi alle Olimpiadi di Londra come delegato della Federazione internazionale del pentathlon moderno.
Studi internazionali – prosegue Pigozzi – stanno indagando questa tipologia di processi di trasformazione fisiologica degli atleti. È vero che esistono delle differenze strutturali tra l’organismo maschile e femminili, ma – avverte – negli anni le donne hanno migliorato le loro metodologie di allenamento e il divario che le divideva dagli uomini in alcune discipline olimpiche, come il tiro al volo o l’equitazione, si sta assottigliando. Perché in questi settori il contributo neurosensoriale e il lavoro sul controllo motorio sono più facilmente inducibili con una preparazione rigorosa. Così da limare le differenze con il sesso fisicamente più forte. Certo – precisa – in altre discipline dove è la forza a costituire l’asse principale della prestazione rimane l’evidente ‘gap’ tra i sessi“. “Ci sono dei limiti invalicabili per questa rincorsa delle donne ad acciuffare i record degli uomini – sottolinea l’esperto – perché da un punto di vista prettamente fisiologico, i due sessi hanno differenze insuperabili. E nello sport è storicamente evidente questo divario anche quando si confrontano i progressi fatti, ad esempio, nell’atletica leggera da alcune atlete di punta. I loro tempi oggi sono migliori di quelli del passato, ma sempre nettamente inferiori a quelli degli uomini“.

È però chiaro che in un futuro molto prossimo in alcuni sport le campionesse più preparate e che scelgono metodologie di allenamento con basi scientifiche – conclude Pigozzi – potranno ulteriormente avvicinarsi ai tempi o punteggi degli uomini, ma è un discorso ancora tutto aperto“. Ah, ma noi abbiamo pazienza!

Fonte: Adnkronos Salute

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