Tennis come la vita: lo dicono Lea Pericoli e Ion Tiriac tra libri e terre dipinte di blu

PericoliTiriac, doppio misto a distanza. I due ex tennisti molto noti, ma ancora molto amati dal pubblico riescono infatti a far parlare di sé quasi contemporaneamente. Lei per l’uscita del suo ultimo libro. Lui per aver ottenuto il permesso di realizzare la sua idea di campo in terra blu in un torneo ufficiale. Cosa hanno in comune? Entrambi hanno approfittato dell’attenzione mediatica per ricordare quanto il tennis sia stato per loro maestro di vita. Ecco come.

NEL ROSSO DIPINTO DI BLU. «Il tennis e la vita seguono le medesime direzioni. In entrambi i casi, infatti, ogni cosa che puoi prendila al volo». E lui, Ion Tiriac non se ne lascia scappare una. L’ultima: la terra blu che sta facendo tremare il mondo del tennis. Secondo lui la terra blu rappresenta realmente un miglioramento per la visibilità degli spettatori ma per altri si tratta solo di un’abile iniziativa di marketing. Nel dubbio di molti, compresa la sottoscritta, Nadal e Federer si sono invece già espressi in senso negativo. A Tiriac verrà comunque data la possibilità di dimostrare se ha ragione oppure no: l’edizione 2012 del Mutua Madrilena Open sarà infatti il primo torneo di tennis a giocarsi su terra blu.

L’ANGELO CAPOVOLTO di LEA PERICOLI. Non richiede dimostrazione invece la sua frase sul valore del tennis. Almeno non per Lea Pericoli che ha occasione della presentazione del suo ultimo libro, L’angelo capovolto ha indirettamente confermato rivelando che per lei lo sport è maestro di vita: «Il tennis mi ha insegnato una cosa decisiva – dice -: un passo alla volta si arriva molto lontano».
E lei di strada ne sta facendo anche come scrittrice. L’ex tennista italiana non è nuova infatti in questa veste. Molti di voi avranno letto C’era una volta il tennis. Dolce vita, vittorie e sconfitte di Nicola Pietrangeli (Rizzoli, 2007) e Maldafrica. I ricordi della mia vita (Marsilio, 2009). Ebbene, anche in questo ultimo libro, fantasioso e in apparenza stravagante, Lea Pericoli prende spunto dalla sua infanzia per raccontare la fuga della vita che scappa e se ne va veloce come un tramonto africano. A inaugurare la raccolta è l’avventura di un angelo bianco incuriosito dallo splendore degli altipiani d’Etiopia, caduto da una nuvola e raccolto da un bambino nero. La singolare amicizia tra due creature tanto diverse, la loro complicità, disegna su di uno sfondo primitivo ed ostile una incantata vicenda che spaventa gli adulti al punto da condannarsi a subire un epilogo crudele. Ne segue un tenero girotondo di piccole creature e personaggi immaginari che si imbattono nella devastante malvagità della terra. Una serie di incontri o di vagheggiate rispondenze, proiezioni del sodalizio tra l’angelo bianco e il bambino nero, che vedono alternarsi nel ruolo di protagonista, in un’ atmosfera umanissima eppure disertata dagli umani, un grillo innamorato di una stella, un piccolo cane randagio in cerca di un padrone, una ancor più minuscola stellina desiderosa di trasformarsi in fiore. Per finire, c’è un bambino dagli occhi tristi che non cresce mai, compagno onnipresente del cammino di Lea, pronto ad apparirle nei momenti più bui e capace di consolarla. Il bambino è simbolo della morte, indisgiungibile dalla vita, immagine ostinata e fedele di sogni e aspirazioni che Lea e i suoi personaggi sembrano destinati a non raggiungere mai.

Lo sport insegnerà a sopravvivere anche a situazioni come queste? Intanto godiamoci le novità dei due ex tennisti e magari lo scopriremo.

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