Terremoto in Abruzzo: la realtà è peggio di quel che ci mostrano i media

È passata una settimana esatta dal sisma che ha devastato l'Abruzzo. In questo blog ce ne siamo occupati soprattutto per quel che riguarda gli aspetti psicologici di un trauma di simile portata.

Ci siamo anche chiesti se il continuo mostrare immagini degli effetti del terremoto e delle sue vittime sia davvero necessario o non possa, al contrario, fare male oggi o un domani a chi l'ha vissuto e allo spettatore estraneo, partendo dal presupposto che le immagini riportate dai media siano quanto di più crudo possa esistere.

Ebbene, forse non è così. Chi ci è stato davvero afferma che la realtà è ben peggiore di quello che ci si immagina vedendo tutto da casa. E badate bene che non sono i media a nasconderci le cose per una mancanza di quel cinismo che spesso gli attribuiamo, o per un insolito istinto protettivo nei nostri confronti o in quelli delle vittime. No! La realtà è peggio di quel che i media, anche volendo, possono mostrarci. È un limite intrinseco ai mezzi.
La prova di quanto dico è proprio nelle parole di chi ci è stato. Pur non riuscendo comunque a dare un'idea migliore di quella fornita dai vari mezzi di informazione, ci dicono almeno che "è impossibile spiegare con parole o immagini cosa sia davvero vivere ora in Abruzzo".

Per farvi capire vi riporto il messaggio che mi è arrivato oggi dal dottor Marco Longo, psichiatra di Roma ma originario dei luoghi della tragedia. È anche una richiesta di aiuto oltreché una testimonianza diretta. Quindi leggetelo e, se possibile, aiutate per come potete. Anche solo diffondere, a vostra volta, questo messaggio potrebbe farlo arrivare a chi è in grado di aiutare più concretamente.

Oggetto: AIUTI PER ABRUZZO.. IMPORTANTE!!! DA DIFFONDERE

Primo reportage dall'Abruzzo terremotato

Come feci già a suo tempo per il Friuli e l'Irpinia, due giorni fa sono partito per l'Abruzzo per dare una mano agli abitanti del mio paese e dei Paesi vicini dell'Altopiano delle Rocche, con l'idea di mettere a disposizione soprattutto le mani e la schiena, ma anche la mia professionalità ed esperienza di psichiatra e psicoanalista di gruppo. E così è stato; ora vi racconto com'è andata.

Sono arrivato a L'Aquila la mattina presto di giovedì e, siccome non ero andato per curiosare la rovina dei suoi abitanti e della città (che conosco … o meglio … conoscevo molto bene da più di quarant'anni), pensavo, appena uscito dall'autostrada, di dirigermi subito a sud-ovest verso l'Altipiano delle Rocche. Ma da quella parte le strade erano chiuse, per il pericolo di frane dalle montagne, per cui tutto il traffico (poco e composto perlopiù da mezzi di soccorso o da volontari) veniva deviato verso il lato est.

Invece di saltare la città quindi, ho finito per aggirarla completamente (il centro storico ovviamente è totalmente chiuso), passando vicino all'Ospedale che sapete … (o a quel che ne resta), attraversando le zone abitative periferiche più colpite (quelle delle palazzine moderne di cartapesta), scendendoo poi a sud verso Paganica (o quel che ne resta), passando per Onna (cioè dove una volta c'era Onna) e poi attraversando la pianura a sud della città, verso S. Angelo e S. Panfilo, per poi finalmente salire verso Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo.

Non faccio commenti su quanto è possibile vedere lungo questo percorso, posso solo dire che è tutto molto peggio di ciò che si osserva in televisione, dove si può apprezzare solo un piccolo angolo visuale, necessariamente dovuto alla telecamera, mentre è ben diverso trovarsi immersi dal vivo e a 360 gradi nella distruzione e nella disperazione della gente.

Arrivato sull'Altipiano, che si trova a circa 1.350 metri, ho trovato una situazione decisamente migliore, perché, per qualche miracolo geologico, lassù il sisma ha intaccato molto meno le case, che sono quasi tutte in piedi, se pur segnate, ma certamente la situazione della popolazione non è altrettanto migliore, anche perché tutti hanno (o avevano) parenti e conoscenti a L'Aquila o in Valle e comunque anche in quota sono tutti sfollati, perché nella case proprio non si può (per il pericolo) e non si riesce (per la paura) a stare.

Devo dire che la Protezione Civile sta facendo miracoli, con grande organizzazione e professionalità, aiutata sicuramente da una popolazione forte e tenace (con un'ottima Croce Rossa locale), che non si lascia facilmente piegare. Le tendopoli sono già quasi tutte in piedi e funzionanti, anche se mancano ancora diversi servizi (igienici e docce soprattutto, che comunque stanno arrivando), ma il vitto è assicurato e, insieme ai generatori, si stanno installando anche le stufette elettriche nelle tende e nei tendoni sociali.

Lavoro fisico ne ho fatto, come tutti là, veramente molto, tutto il necessario (al limite di quanto mi permettono i miei 56 anni), ma oltre a questo mi sono occupato anche della situazione psichiatrica e psicologica, che è veramente preoccupante, come è facilmente immaginabile; anche perché i centri psichiatrici un tempo esistenti a L'Aquila sono caduti insieme alla Basilica di Colle Maggio (foto) e all'Ospedale, anche se sono già in corso di organizzazione due nuovi centri in tenda, ma questo giù in Valle.

Ho cercato allora di prestare ascolto alle angosce e alle paure, soprattutto degli anziani e dei ragazzi, per dare un primo aiuto e sollievo alla popolazione dei paesi dell'Altipiano, girando per le varie tendopoli e coadiuvando i due medici e i due farmacisti, veramente sovraccarichi. Ho quindi raccolto e organizzato un piccolo gruppo di giovanissimi psicologi (tre, in realtà, di cui solo due già laureati), istruendoli sulle basi del colloquio di base possibile ed auspicabile in queste condizioni di stress ed emergenza. Ho attivato anche dei gruppi di ascolto e di autoaiuto e credo che ora i ragazzi saranno in grado di portare avanti il lavoro anche in mia assenza.

Per la Pasqua sarò infatti a Roma, ma tornerò di nuovo sù in Abruzzo già lunedì e martedì, e poi di nuovo venerdì prossimo e nei prossimi weekend. Nel frattempo saranno pronti i nuovi centri psichiatrici in Valle, con i cui responsabili ho preso contatto ieri, e quindi credo che già nel corso della prossima settimana saremo pienamente a regime con l'aiuto psicologico.

Molti di voi mi hanno scritto per chiedere cosa si possa fare di concreto nell'immediato i problemi principali al momento sono di ordine psicologico e igienico.
Per i primi stanno arrivando diverse squadre in Valle, a L'Aquila e dintorni, e come vi ho detto nella notecard anche in quota, nei vari paesini sparsi, stiamo facendo il possibile.

Per i secondi, almeno fino a quando non arriveranno le docce e le lavatrici, servono soprattutto calze, mutande, magliette e tute (tutto nuovo, s'intende), che rendono più agevole gestire il cambio degli anziani e dei non deambulanti, così come dei bambini del resto.
La cosa migliore è raccogliere dei soldi in gruppo e trovare delle fabbriche disposte a vendere all'ingrosso interi cartoni di questi materiali, di varie taglie.

Inoltre, per i bambini: servono giocattoli (non pericolosi e non troppo grossi) e peluche, nonché materiali di cartoleria, quaderni, risme di fogli, cartelline, colori vari, das, ecc.

Per la spedizione però fate attenzione e utilizzate solo canali assolutamente certi e verificabili.
Chi non avesse o trovasse canali certi, può anche spedire i cartoni al sottoscritto, tanto andrò su ogni settimana e ho un grosso fuoristrada che posso ben caricare, per poi distribuire ovunque serva di più eventualmente utilizzate questo indirizzo:

Enrica Gnagni, Via di Bravetta 340, 00164 Roma

(è quello di mia madre, dove abbiamo un garage per raccogliere i materiali)

Domani sera riparto e martedì o mercoledì al ritorno vi dico, poi riandrò su giovedì o venerdì.

a presto e grazie

PER CONTATTI: Marco Longo[email protected]

Ringrazio il dottor Francesco Bollorino che ha girato il messaggio per la diffusione ai membri di POL-it Psychiatry on line Italia via Facebook.

A mio parere canali affidabili sono la Protezione civile, Croce rossa, e Caritas che si sono già attivati per l'Abruzzo, ma farei di sicuro un torto a qualcuno se dicessi che sono i soli di cui potersi fidare.

In ogni caso non inviate nulla direttamente in Abruzzo.

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