Vancouver: un’olimpiade fondata sulla plastica

Saranno anche le olimpiadi della sostenibilità come vorrebbero gli organizzatori, ma senza plastica i Giochi di Vancouver non si potrebbero fare.

Ne sono convinti quelli di Federchimica PlasticsEurope Italia, l'Associazione dei Produttori italiani di Materie Plastiche, che in una nota ricordano come le plastiche, avendo un ruolo determinante in quasi tutti gli sport che si svolgono sul ghiaccio e sulla neve, sono decisive e irrinunciabili per le Olimpiadi invernali forse ancora più che nei Giochi estivi.

La chiave di successo di una medaglia olimpica sta infatti anche nei materiali utilizzati secondo gli esperti di Federchimica: come a dire, vinca il migliore e il meglio equipaggiato.
Così, se nella discesa libera femminile la tedesca Maria Riesch riuscirà a battere la statunitense Lindsey Vonn, sarà sicuramente per abilità personale ma anche di attrezzatura sportiva. Lindsey utilizza sci più rigidi e pesanti, più difficili da controllare, ma anche più veloci, e questo – per molti esperti – la favorisce rispetto alla Riesch.
"Gli sci alpini – si legge sempre nel comunicato – sono composti da diversi materiali stratificati, la plastica è uno di questi. La parte posteriore dello sci ad esempio – quella che entra a contatto con la neve – è fatta di una plastica speciale in grado di consentire uno scivolamento eccezionale. Nello sci di fondo, inoltre, è prevista l'applicazione di una protezione in plastica rigida per adattare lo sci alle diverse temperature e ai tipi di neve. Nel Biathlon, la disciplina che combina il tiro con la carabina e lo sci di fondo, la plastica è presente anche nella particolare pistola utilizzata dagli atleti. La stessa plastica, rinforzata con fibra di carbonio contribuisce a rendere più veloci i bob, che sfrecceranno sulla pista di cemento ghiacciata di Vancouver ancor più velocemente, grazie alla plastica che li ricopre."

"Ma non è soltanto nello sci, nello snowboard o nel bob che le plastiche svolgono un ruolo importante – assicurano da Federchimica – anche in sport quali l'hockey sul ghiaccio, impossibili senza le plastiche. Basti pensare al casco e alle protezioni per braccia, gambe e gomiti."

Non sono bastati purtroppo all'atleta georgiano Norad Kumaritashvili che uscendo di pista durante un allenamento della gara di slittino è andato a schiantarsi su un palo fuori dal circuito perdendo la vita, ma nemmeno la plastica può fare miracoli se l'ingegno umano si inceppa al momento della progettazione delle piste.

Olimpiadi a parte, la plastica la plastica speciale non è comunque un privilegio per soli campioni: "anche per chi frequenta le nevi per puro divertimento la plastica continua a rinnovare i materiali che compongono gli sci da carving, i caschi e l'abbigliamento tecnico".

Speriamo sia almeno prodotta nel pieno rispetto dell'ambiente: speciale sì, ma riciclata e riciclabile. Intanto, lo stesso discorso sul ruolo della plastica alle olimpiadi di Vancouver lo fanno anche i produttori canadesi, e se riescono a occupare comunque tutte le piazze migliori nella classifica per le città più vivibili al mondo vuol dire che produrre plastica senza danneggiare l'ambiente si può!

Fonte: ASCA

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