Argomenti trattati
All’interno dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, è stato recentemente inaugurato un asilo nido dedicato ai bambini ricoverati nel reparto di oncoematologia.
Questa iniziativa mira a fornire un supporto educativo ai piccoli pazienti, creando un ambiente più accogliente e stimolante durante la loro permanenza in ospedale.
Ogni anno, il Meyer accoglie tra i 70 e i 100 nuovi pazienti, con un totale di circa 700 ricoveri annuali. Un dato allarmante è che il 20% delle nuove diagnosi di tumore riguarda bambini al di sotto dei tre anni. In questo contesto, l’apertura dell’asilo nido rappresenta un passo importante per migliorare la qualità della vita di questi piccoli lungodegenti.
Il progetto è stato lanciato grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo, che ha sviluppato un programma educativo specifico per i bambini in cura oncologica. L’obiettivo principale è quello di rendere il soggiorno in ospedale meno traumatico e più simile a un’esperienza di apprendimento e socializzazione.
Le attività offerte nell’asilo nido saranno personalizzate in base alle esigenze dei singoli bambini e si svolgeranno sia nelle stanze di degenza sia in uno spazio dedicato, creato appositamente per i piccoli pazienti.
Questo ambiente sarà accogliente e sicuro, dotato di attrezzature ludiche e materiali educativi.
La realizzazione dell’asilo nido è il risultato di una sinergia tra il settore pubblico e quello privato. Il servizio educativo è gestito dalla cooperativa sociale Età Insieme, parte del consorzio Pan, una rete di servizi per l’infanzia no-profit fondata da Intesa Sanpaolo e da altre realtà del settore sociale.
Durante l’inaugurazione, Paolo Bonassi, chief social impact officer di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l’importanza di questo progetto, definendolo un modello innovativo di collaborazione.
Il suo scopo è non solo fornire assistenza ai bambini, ma anche sostenere le loro famiglie durante un periodo difficile.
Il servizio educativo non si limita a offrire attività ai bambini, ma si propone anche di supportare i genitori, in particolare le madri, che spesso accompagnano i figli durante la degenza. La relazione tra educatori e famiglie è un elemento cruciale del progetto, che mira a facilitare il confronto e il dialogo riguardante l’esperienza dei bambini.
Le attività svolte all’interno dell’asilo nido non solo aiuteranno i bambini a superare l’isolamento sociale e psicologico causato dalla malattia, ma favoriranno anche lo sviluppo cognitivo e affettivo. Educatori qualificati guideranno i piccoli in esperienze di gioco, lettura e attività creative, stimolando così la loro curiosità e voglia di esplorare il mondo.
La pediatra Annalisa Tondo ha evidenziato come queste attività possano motivare i bambini e le loro famiglie, sostenendo il loro percorso di cura.
Offrendo un ambiente stimolante e ricco di opportunità, l’asilo nido contribuisce a creare una routine quotidiana più serena e positiva.
L’apertura di questo asilo nido al Meyer rappresenta un esempio significativo di come il settore sanitario e quello sociale possano collaborare per migliorare la qualità della vita dei bambini malati e delle loro famiglie, creando un futuro più luminoso e pieno di speranza.