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Il recente accordo siglato presso l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) ha portato a una significativa ristrutturazione dei contratti per i medici dirigenti e i sanitari.
Questo accordo, valido per il periodo 2025-2025, prevede aumenti salariali medi di 491 euro al mese su base annuale e arretrati stimati intorno ai 6.500 euro.
Il contratto colpisce un totale di 137.000 professionisti, di cui 120.000 sono medici e 17.000 dirigenti sanitari non medici. Le risorse allocate ammontano a 1,2 miliardi di euro, permettendo un incremento medio di 7,27% sui salari.
Gli aumenti saranno visibili in busta paga entro i prossimi due o tre mesi, una volta completata la firma definitiva dell’accordo.
Nonostante l’iniziale entusiasmo, alcuni sindacati, come la Fp Cgil Medici e Fassid, hanno bocciato l’accordo, proclamando uno sciopero per il 12 dicembre. Il segretario dell’Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, ha sottolineato l’importanza di firmare per garantire un immediato beneficio economico ai colleghi, considerando le risorse già stanziate.
Questo contratto non è solo una parentesi, ma apre la strada a future trattative per il triennio 2025-2027. Tra le novità più rilevanti, vi è una maggiore attenzione verso i giovani professionisti, che beneficeranno di riconoscimenti economici più elevati, oltre a carriere più flessibili che valorizzano l’anzianità nelle branche equipollenti.
Un’importante innovazione riguarda la protezione dei sanitari contro le aggressioni, che ora riceveranno tutela legale e assistenza psicologica in ogni fase del processo.
Questo riflette un impegno crescente a garantire un ambiente di lavoro sicuro e supportivo.
Nonostante i progressi, i sindacati esprimono preoccupazioni riguardo al fatto che l’accordo non affronta sufficientemente le criticità normative e economiche. La Fp Cgil ha denunciato che l’accordo non tiene conto dell’inflazione, esprimendo la necessità di ulteriori misure per garantire un trattamento equo per i medici e i dirigenti sanitari.
Il nuovo contratto collettivo rappresenta un passo avanti significativo per i medici e i sanitari italiani, ma rimangono sfide importanti da affrontare per garantire una piena soddisfazione e sicurezza per il lavoro nel settore sanitario. Le prossime trattative potrebbero portare a miglioramenti tangibili e duraturi.