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In un mondo in cui l’aria che respiriamo è spesso compromessa da inquinanti invisibili, la salute respiratoria dei bambini si trova a fronteggiare sfide senza precedenti.
I dati recenti rivelano che un bambino su quattro in Italia soffre di bronchite asmatica e uno su dieci di asma. Questo scenario allarmante, segnalato dai pediatri della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri) durante un congresso a Verona, sottolinea l’urgenza di affrontare i nemici invisibili che minacciano la salute dei più piccoli.
I bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell’inquinamento atmosferico e domestico.
Secondo Stefania La Grutta, presidente della Simri, le sostanze tossiche come PFAS e ftalati influenzano lo sviluppo polmonare fin dai primi giorni di vita. Infatti, oltre il 90% della popolazione mondiale respira aria contaminata, e nel 2021 l’inquinamento ha causato circa 8,1 milioni di decessi, di cui 700.000 tra i bambini sotto i cinque anni. Si tratta di una crisi che continua a crescere, con effetti devastanti, soprattutto nei Paesi a basso reddito.
I bambini, rispetto agli adulti, assorbono più inquinanti in proporzione al peso corporeo e presentano un sistema respiratorio immaturo. Inoltre, la loro capacità di termoregolazione è limitata e sono più suscettibili alle infezioni. Questi fattori li rendono particolarmente a rischio in un mondo dove l’inquinamento è una realtà quotidiana.
La casa, dove trascorriamo fino al 90% del nostro tempo, non è esente da rischi. Fattori come fumo passivo, stufe, spray, vernici e detergenti aggressivi rappresentano fonti sottovalutate di esposizione.
Giovanni Viegi, pneumologo ed epidemiologo del Cnr, suggerisce che con alcuni semplici accorgimenti quotidiani, come arieggiare gli ambienti e utilizzare la cappa in cucina, è possibile ridurre i rischi. È fondamentale essere consapevoli di quanto possano essere dannose le sostanze chimiche utilizzate quotidianamente.
Le micro e nanoplastiche, particelle invisibili ritrovate nel sangue, nei polmoni e persino nella placenta, costituiscono un ulteriore motivo di preoccupazione. Queste possono trasportare sostanze tossiche, con potenziali rischi per lo sviluppo fetale e per il sistema endocrino.
Giacomo Toffol, pediatra di famiglia, avverte che l’esposizione a queste particelle può avere conseguenze significative sulla salute dei bambini.
La Campagna nazionale di prevenzione dei rischi da esposizione alla plastica, promossa da diverse società scientifiche, mira a sensibilizzare la popolazione sui pericoli dell’inquinamento. Come evidenziato da Maria Elisa Di Cicco, ricercatrice di Pediatria all’Università di Pisa, non è solo la genetica o la medicina a giocare un ruolo cruciale: la qualità dell’aria, l’alimentazione, l’attività fisica e l’esposizione al fumo passivo hanno un impatto significativo sulla salute dei bambini fin dai primi mesi di vita.
Le disuguaglianze sociali amplificano ulteriormente il problema: chi vive in aree più inquinate o in case malsane ha una maggiore probabilità di sviluppare asma e infezioni. Per far fronte a questa crisi, la Simri chiede una nuova visione: una ‘medicina ambientale’ in grado non solo di curare i sintomi, ma anche di riconoscere e prevenire le cause ambientali delle malattie respiratorie.