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Affrontare la malattia di Alzheimer o altre forme di demenza rappresenta una sfida complessa per i familiari.
Oltre a dover gestire il dolore emotivo, è necessario organizzare un’assistenza adeguata, che spesso comporta notevoli costi economici. In questo contesto, molti caregiver si trovano a dover decidere se continuare a fornire assistenza a casa o optare per una Residenza Sanitaria Assistenziale (Rsa). Si pone quindi la questione di chi sia tenuto a coprire le spese quando il ricovero diventa necessario.
Le recenti pronunce delle corti, in particolare della Corte d’Appello di Roma e di Milano, hanno chiarito alcuni aspetti fondamentali riguardo alle spese per le Rsa.
Queste sentenze evidenziano che le cure fornite in tali strutture, in casi di Alzheimer o demenza grave, rientrano nella categoria delle prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria.
Questo principio implica che si tratta non solo di assistenza, ma di vere e proprie cure sanitarie. Pertanto, se il servizio sanitario è predominante, le spese dovrebbero essere completamente sostenute dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Un caso significativo coinvolge una paziente a cui è stata restituita una somma di 108.000 euro, poiché la famiglia non era a conoscenza del fatto che tali costi non avrebbero dovuto essere sostenuti privatamente.
Le famiglie devono essere adeguatamente informate sui propri diritti. La normativa italiana, in particolare il D.P.C.M. del 14 febbraio 2001, stabilisce i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), imponendo al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di garantire specifici servizi. Le prestazioni sono suddivise in tre categorie, e quella riguardante la salute mentale comprende le esigenze dei pazienti affetti da Alzheimer, i quali necessitano non solo di assistenza quotidiana, ma anche di un costante monitoraggio medico e di terapie appropriate.
Un elemento cruciale per ottenere la copertura dei costi è rappresentato dalla valutazione clinica del paziente. Secondo l’avvocata Laura Catania, esperta nel settore, molte famiglie firmano contratti senza essere a conoscenza del diritto a un rimborso da parte del SSN. Questa situazione si verifica frequentemente, generando un onere finanziario che potrebbe essere evitato.
In Italia, circa un milione di persone è affetta dalla malattia di Alzheimer o da altre forme di demenza.
Questi pazienti sono supportati da circa tre milioni di familiari e caregiver. Se tutte le spese di ricovero in Rsa fossero sostenute dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), il costo annuale supererebbe i 10 miliardi di euro, un importo insostenibile per un sistema sanitario già sotto pressione.
Nonostante esista un principio giuridico che tutela i malati e le loro famiglie, manca una legge chiara e definitiva in questo ambito.
È fondamentale introdurre una normativa che garantisca i diritti dei pazienti, mantenendo al contempo la sostenibilità per il sistema sanitario italiano. Nel frattempo, è essenziale che le famiglie siano consapevoli dei propri diritti e delle opzioni disponibili per affrontare le spese legate al ricovero.