Dismorfia da filtri: come i social media influenzano la percezione dell’immagine personale

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Negli ultimi anni, l’uso dei social media è diventato parte integrante della vita quotidiana, soprattutto tra i più giovani.

Con un semplice clic, è possibile migliorare la propria immagine attraverso filtri digitali che alterano l’aspetto fisico. Questo fenomeno ha portato a una crescente preoccupazione: la dismorfia digitale, un disturbo che modifica la percezione di sé e genera ansia.

L’approccio a queste piattaforme ha cambiato il modo in cui ci si vede e come si desidera essere percepiti dagli altri. Mentre in passato si cercava di apparire al meglio in foto cartacee, oggi il focus è su un’immagine virtuale che può essere drasticamente modificata.

La dismorfia da filtri rappresenta una nuova frontiera delle problematiche legate all’immagine corporea.

Cos’è la dismorfia da filtri?

Il concetto di dismorfia da filtri è emerso recentemente e non è ancora riconosciuto ufficialmente nel DSM 5, il manuale diagnostico dei disturbi mentali. Secondo la dottoressa Michela Francia, esperta in psicologia, questo fenomeno è una moderna variante del dismorfismo corporeo. Si manifesta quando una persona sviluppa un’ossessione per imperfezioni fisiche, reali o percepite, esacerbate dal confronto con immagini perfette sui social.

Il ruolo dei filtri

I filtri, sebbene possano sembrare innocui, alterano profondamente la percezione del corpo. Questi strumenti consentono di migliorare l’aspetto, ma possono anche portare a una visione distorta di sé. Quando un’immagine filtrata diventa più attraente di quella reale, si crea una frattura tra l’immagine che si ha di sé e quella che si mostra al mondo.

Chi è più colpito dalla dismorfia da filtri?

Questo disturbo colpisce in particolare adolescenti e giovani adulti, un periodo critico in cui l’immagine corporea è soggetta a forti pressioni. La dottoressa Francia sottolinea che insicurezze e bassa autostima sono fattori chiave che alimentano questa problematica. Molti giovani si sentono in dovere di conformarsi a modelli estetici irraggiungibili, amplificati dalle immagini dei social network.

L’impatto sui giovani

Non è solo una questione femminile: anche i ragazzi avvertono una crescente pressione riguardo al proprio aspetto.

L’adolescenza è un periodo di rapidi cambiamenti fisici e emotivi e, se non si affrontano queste dinamiche, il divario tra l’immagine reale e quella ideale può diventare insostenibile. Questo porta a una ricerca costante di una versione filtrata di sé, associata a successo e popolarità.

Conseguenze della dismorfia da filtri

Le conseguenze della dismorfia da filtri sono gravi e varie. La cosiddetta ansia da filtro porta molte persone a evitare di mostrarsi senza filtri, o a cercare modi per modificare chirurgicamente la loro immagine per allinearsi a quella idealizzata.

Spesso, il valore personale si lega al numero di “mi piace” ricevuti sui social, creando un pericoloso legame tra approvazione sociale e autostima.

Praticamente, questo può portare a un uso eccessivo di trattamenti estetici, ma anche a stati di ansia e depressione. I giovani iniziano a essere estremamente selettivi su cosa pubblicare, mostrando solo versioni che riflettono il loro ideale estetico e convincendosi che sia l’unica immagine accettabile.

Strategie per affrontare la dismorfia da filtri

Per affrontare il problema della dismorfia da filtri, è fondamentale educare e sensibilizzare. La psico-educazione è il primo passo per riconoscere che questa è una problematica seria e non banale. Discutere di questi temi nelle scuole e nei social può aiutare i giovani a comprendere i segnali di allerta e a capire che il confronto costante con immagini filtrate può generare ansia e insoddisfazione.

Il ruolo dei genitori e degli influencer

I genitori hanno un ruolo cruciale nel monitorare l’uso dei social da parte dei figli.

È importante discutere apertamente dell’uso dei filtri e dei rischi ad essi associati. Alcuni influencer stanno iniziando a promuovere messaggi positivi, mostrando le loro versioni non filtrate per incoraggiare un approccio più autentico all’immagine. Questo può contribuire a far riflettere i giovani sull’uso dei filtri e sull’importanza di accettarsi per come si è.