Gli effetti delle radiazioni del cellulare sul nostro cervello

Tag: cervello
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Chiunque possiede un cellulare, al giorno d’oggi, ed il loro utilizzo si è fatto più che quotidiano.

Gli smartphone fanno parte della vita di tutti i giorni e vengono sfruttati per centinaia di azioni diverse: per telefonare e per messaggiare, ma anche per motivi di lavoro, per fotografare, per giocare, per usare social network, per studiare.
Quello che sempre più persone oggi si chiedono è: quali sono gli effetti delle radiazioni del cellulare sul cervello umano? Il nostro corpo, ed in particolare modo il cervello, è a rischio?

Radiazioni del cellullare: effetti sul cervello

Prima di indagare sugli effetti che un telefono cellulare può avere sul cervello umano, è bene fare chiarezza: con quali onde e su quali radiazioni abbiamo a che fare, quando si parla di cellulari?

Ogni cellulare di ultima generazione emette radiazioni elettromagnetiche (all’interno della banda di radiofrequenze 800-2600 MHz).
I primi telefoni cellulari, sviluppati tra gli anni 90 ed i primi del 2000, sfruttavano bande 1G e 2G per la connessione ad internet.

Questo comportava un’emissione di onde potenti e ipoteticamente dannose. La situazione è decisamente cambiata con l’avvento delle nuove tecnologie che hanno introdotto prima il 3G, poi il 4G ed infine il 5G. Le onde emesse sono sicure e non hanno impatti diretti sulla nostra salute.

Gli effetti sulla salute

Tutti gli studi più recenti ed avvalorati hanno ampiamente dimostrato che le onde a radiofrequenza non hanno alcuna possibilità di provocare delle mutazioni nel nostro DNA.

Questo si traduce nella considerazione logica per cui un cellulare non può causare tumori o alterazioni genetiche.

Il rischio per il cervello umano, però, esiste comunque su un fronte differente e non è di poco conto. Infatti, le onde elettromagnetiche emesse da un telefono possono portare ad un processo di surriscaldamento di tutti quei tessuti e delle membrane che sono più o meno a diretto contatto con il telefono stesso. Questo apporto di calore potrebbe stare alla base di processi dannosi per il cervello e, secondo qualche studio, anche potenzialmente cancerogeni.

Dunque, gli apparecchi che emettono onde di radiofrequenza sono da tempo tenuti d’occhio dalle autorità più grandi in ambito sanitario.
L’IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, capitanata dall’OMS) classifica cellulari e smartphone come “potenziali cancerogeni per esseri umani”, sulla base di studi che ipotizzano danni al cervello ma che non sono ancora legati da prove dirette.

Agenzie minori ma di rilievo, quali la statunitense Environmental Protection Agency (EPA) e la National Toxicology Program (NTP) hanno da tempo deciso di considerare esclusi i telefoni cellulari dalla lista dei possibili carcinogeni.

Stesse considerazioni sono state prese dalla FDA (Food and Drug Administration).

I cellulari sono dunque considerati sicuri? Non è questo quello che le autorità intendono: un telefono non è considerato un potenziale cancerogeno al pari, per esempio, di sostanze radioattive. Eppure, il rischio di danni al cervello esiste, ed è quindi necessario prevenire malattie adottando dei comportamenti adeguati, così come OMS, FDA e EPA hanno stabilito da tempo.

Comportamenti di protezione e prevenzione

Per assicurare la salute delle persone, l’Unione Europea ha tempo fa stabilito un valore massimo consentito per quello che riguarda le emissioni di radiazioni dei cellulari. Tale limite è fissato a 2 W/kg ed è frutto di studi che consentono di ovviare qualsivoglia effetto termico ovvero potenziali surriscaldamenti dei tessuti.

Tutti i telefoni sul commercio non superano – in linea teorica – questo valore obbligatorio. La prevenzione è però necessaria e questa può essere eseguita solo abituandosi ad adottare alcuni comportamenti corretti.

Essendo sufficiente qualche centimetro di distanza per scongiurare anche solo il più benché minimo rischio, i comportamenti da adottare sono: utilizzare auricolari o cuffie bluetooth e non poggiare direttamente il telefono sull’orecchio; eseguire chiamate brevi e non usare il telefono se si scalda troppo; tenere lontani i bambini dai telefonini durante le chiamate (i bambini sembrano essere più sensibili degli adulti); quando il telefono è inattivo, mantenerlo lontano dal corpo.