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Recentemente, una notizia ha catturato l’attenzione sui social media, portando a vivaci discussioni nei forum dedicati alla salute.
La notizia riguardava un gel, il ChondroFiller, capace di rigenerare la cartilagine, promettendo di eliminare il bisogno di protesi e alleviare i dolori articolari. Tuttavia, questa scoperta è il risultato di anni di ricerca e sviluppo e non rappresenta una panacea, come molti potrebbero pensare.
Il ChondroFiller è un gel a base di collagene, frutto di una collaborazione tra scienziati tedeschi e il Fraunhofer Institute di Stoccarda. Commercializzato dal 2013 dall’azienda Meidrix, il suo scopo principale è quello di favorire la rigenerazione della cartilagine articolare danneggiata.
Tuttavia, il gel non è un rimedio miracoloso: viene utilizzato durante interventi chirurgici in artroscopia e richiede un periodo di immobilizzazione dell’articolazione post-operatoria.
Secondo il dottor Daniele Comba, ortopedico presso il Centro Medico Diagnostico di Torino, la medicina moderna si basa sull’Evidence-Based Medicine (EBM), che implica un approccio supportato da evidenze scientifiche consolidate. In questo ambito, la rigenerazione cartilaginea è una delle aree più studiate della medicina ortopedica.
La condizione di danno cartilagineo colpisce tra il 20% e il 30% della popolazione mondiale, e questa percentuale è destinata ad aumentare con l’invecchiamento della società.
L’aumento dell’aspettativa di vita ha reso la salute delle articolazioni una priorità, portando a una crescente attenzione verso soluzioni efficaci per trattare l’usura della cartilagine. La ricerca in questo settore è diventata non solo rilevante dal punto di vista medico, ma anche economico.
Nel mercato attuale, sono disponibili vari prodotti classificati come dispositivi medici, finalizzati a stimolare la produzione o la rigenerazione delle cellule cartilaginee. Tuttavia, i condrociti, le cellule responsabili della cartilagine, hanno una limitata capacità di replicazione, a differenza di altri tessuti del corpo umano, rendendo la rigenerazione della cartilagine una delle sfide più ardue della medicina contemporanea.
La ricerca si sta ampliando anche ai livelli genetici, immunologici e biologici, cercando di trovare metodi per stimolare la replicazione dei condrociti.
In laboratorio, è stato dimostrato che queste cellule possono replicarsi, ma i risultati in vivo sono stati finora deludenti. Per questo motivo, gli scienziati stanno esplorando cellule alternative, come le cellule mesenchimali, che si trovano in diverse parti del corpo umano, in particolare nel midollo osseo. Queste cellule sono pluripotenti, il che significa che possono trasformarsi in vari tipi di tessuto a seconda del contesto in cui vengono inserite.
Una delle tecniche più promettenti emerse da questa ricerca è quella delle microfratture, un intervento chirurgico che prevede la creazione di piccoli fori nell’osso sottostante la cartilagine danneggiata. Questo metodo sfrutta il sanguinamento controllato per liberare cellule e fattori di crescita. Le cellule mesenchimali intrappolate nel coagulo attivano il loro potenziale rigenerativo, generando un tessuto simile alla cartilagine. Tuttavia, è importante notare che si tratta di fibrocartilagine, non della cartilagine ialina originale, e ha proprietà meccaniche inferiori.
Questa tecnica, sviluppata negli anni ’90 dal chirurgo Richard Steadman a Vail, in Colorado, ha ottenuto buoni risultati, in particolare nei pazienti più giovani e per lesioni di piccole dimensioni. Tuttavia, non è indicata per casi di artrosi avanzata o degenerativa negli anziani.
Con il passare del tempo, la ricerca ha esplorato altre strade, come il trapianto di condrociti coltivati in laboratorio. Sebbene inizialmente promettente, questa tecnica ha mostrato risultati più limitati del previsto.
Attualmente, si stanno studiando approcci ancora più innovativi, come l’uso di centrifugati di tessuto osseo e cartilagineo, che mescolano cellule e frammenti prelevati dal paziente stesso. Questo materiale viene applicato sulle aree danneggiate e i risultati iniziali sono incoraggianti, ma necessitano di ulteriori validazioni cliniche.
Altre ricerche si concentrano sull’utilizzo di sostanze iniettabili che agiscono come una barriera protettiva sulla cartilagine, rallentando i processi degenerativi. Tra queste, i derivati del tessuto adiposo, dai quali vengono estratti lipociti, producono un gel che potrebbe stimolare la protezione della cartilagine e un certo grado di rigenerazione.
Il ChondroFiller è un gel a base di collagene, frutto di una collaborazione tra scienziati tedeschi e il Fraunhofer Institute di Stoccarda. Commercializzato dal 2013 dall’azienda Meidrix, il suo scopo principale è quello di favorire la rigenerazione della cartilagine articolare danneggiata. Tuttavia, il gel non è un rimedio miracoloso: viene utilizzato durante interventi chirurgici in artroscopia e richiede un periodo di immobilizzazione dell’articolazione post-operatoria.0
Il ChondroFiller è un gel a base di collagene, frutto di una collaborazione tra scienziati tedeschi e il Fraunhofer Institute di Stoccarda.
Commercializzato dal 2013 dall’azienda Meidrix, il suo scopo principale è quello di favorire la rigenerazione della cartilagine articolare danneggiata. Tuttavia, il gel non è un rimedio miracoloso: viene utilizzato durante interventi chirurgici in artroscopia e richiede un periodo di immobilizzazione dell’articolazione post-operatoria.1