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Il 1° dicembre segna la Giornata mondiale contro l’AIDS, un’occasione per fare il punto sulla lotta contro questa malattia.
Recenti rapporti del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rivelano dati significativi riguardo alla diffusione del virus HIV in Italia, sono state registrate 2.379 nuove diagnosi, un dato che, sebbene rappresenti una lieve diminuzione rispetto ai 2.507 casi del 2024, non deve far abbassare la guardia.
In base alle statistiche, la trasmissione dell’HIV si è verificata principalmente attraverso rapporti sessuali.
Infatti, il 46% dei nuovi casi riguarda persone eterosessuali, mentre il 41,6% è attribuito a uomini che hanno rapporti con altri uomini. Un dato allarmante è quello che riguarda i giovani: circa il 20% delle nuove diagnosi coinvolge individui di età inferiore ai 29 anni, dimostrando che il virus continua a diffondersi tra le fasce più giovani della popolazione.
Un altro aspetto preoccupante è rappresentato dalle diagnosi tardive, che costituiscono il 60% del totale.
Di queste, l’83,6% delle nuove diagnosi di AIDS si riferisce a persone che hanno scoperto la propria sieropositività solo nei sei mesi precedenti. Questo evidenzia la necessità di una maggiore informazione e formazione nelle fasce a rischio, affinché si possano attuare interventi tempestivi e efficaci.
Dal punto di vista terapeutico, i risultati sono incoraggianti. Attualmente, oltre il 95% delle persone in trattamento antiretrovirale raggiunge la soppressione virale, trasformando l’HIV in una condizione cronica controllabile e non trasmissibile (conosciuto come U=U).
Questo significa che, se il virus è controllato, non può essere trasmesso ad altri, rendendo il trattamento anche un efficace strumento di prevenzione.
Tuttavia, esiste ancora un 5% di pazienti che non riesce a ottenere la soppressione virale, spesso a causa di problemi di aderenza al trattamento. A questo proposito, le nuove terapie a lunga durata, note come long acting, offrono una soluzione innovativa, permettendo l’iniezione ogni due mesi.
Queste terapie non solo semplificano la gestione della salute, ma riducono anche lo stigma associato alla terapia quotidiana.
In termini di prevenzione, la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) continua a dimostrarsi un valido strumento. Oltre alla formulazione orale, è stata introdotta la PrEP a lunga durata, somministrabile per via iniettiva ogni due mesi. Questa nuova opzione ha mostrato risultati promettenti in termini di efficacia e tollerabilità.
È fondamentale ampliare l’accesso alla PrEP, sia orale che iniettabile, superando i limiti attuali. Come sottolineato dalla prof.ssa Cristina Mussini, è necessario poter prescrivere la PrEP anche al di fuori degli ambulatori specialistici, per raggiungere un numero maggiore di persone a rischio.
La Giornata mondiale contro l’AIDS offre l’opportunità di riflettere sull’importanza di un impegno collettivo per affrontare questa malattia. Con una comunicazione mirata, l’educazione sessuale e l’accesso a terapie innovative, si può sperare in un futuro migliore nella lotta contro l’HIV.