Grant Erc al San Raffaele di Milano per un progetto che studia la barriera scudo dei nervi

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(Adnkronos) – Dall'Ue un nuovo riconoscimento all'Irccs ospedale San Raffaele di Milano.

Dario Bonanomi, responsabile dell'Unità di Neurobiologia molecolare, è tra i vincitori dei Snergy Grant 2025 annunciati oggi dall'Erc, lo European Research Council. Lo scienziato lavora al progetto MINerVA, dedicato allo studio della barriera emato-nervosa che proteggei i nervi. Il programma ha ottenuto un finanziamento del valore complessivo di 10 milioni di euro – l'ammontare massimo previsto – per una durata di 6 anni. MINerVA è stato presentato da un gruppo internazionale composto da 4 ricercatori: oltre a Bonanomi, Isabelle Brunet dell'Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (Francia), Tambet Teesalu dell'università di Tartu (Estonia) ed Ellie Tzima dell'università di Oxford (Regno Unito).

"Con questo riconoscimento, l'Irccs ospedale San Raffaele e l'università Vita-Salute San Raffaele raggiungono 37 progetti Erc finanziati dal 2007, confermando la propria tradizione di eccellenza e competitività internazionale nella ricerca biomedica", sottolineano dal San Raffaele. "Sono profondamente grato per l'opportunità di guidare un'iniziativa così ambiziosa e innovativa come MINerVA, resa possibile dal finanziamento Erc Synergy – commenta Bonanomi – Questo progetto non è solo una sfida scientifica, ma anche un'opportunità per creare un ambiente di ricerca interdisciplinare, dove giovani scienziati possano crescere e contribuire a sviluppare nuove soluzioni terapeutiche per chi convive con dolore cronico e neuropatie ancora prive di cure efficaci".

L'obiettivo del programma – spiega una nota da via Olgettina – è esplorare una struttura neurovascolare ancora poco conosciuta, la barriera emato-nervosa che protegge la rete di nervi periferici responsabile del movimento, della sensibilità e della funzione degli organi. Questa barriera garantisce un ambiente controllato, proteggendo le fibre nervose da tossine e agenti patogeni. Tuttavia, a causa della complessa anatomia dei nervi, le sue proprietà sono rimaste finora poco conosciute e studiate.

"Studiare la barriera emato-nervosa è cruciale perché rappresenta una linea di difesa fondamentale per i nervi periferici – evidenzia Bonanomi – La sua integrità è essenziale per garantire il corretto funzionamento del sistema nervoso periferico che regola movimenti, sensibilità e funzioni vitali degli organi. Quando questa barriera viene compromessa, come accade in diverse condizioni patologiche, si possono sviluppare disturbi gravi e invalidanti. Tra questi, il dolore neuropatico indotto da chemioterapia è una delle manifestazioni più diffuse e debilitanti: si stima che possa colpire più del 70% dei pazienti oncologici trattati con farmaci neurotossici".

L'obiettivo di MINerVA è riuscire a caratterizzare la composizione cellulare e molecolare della barriera; analizzare la risposta alle sollecitazioni meccaniche quotidiane; studiare le alterazioni in condizioni patologiche, come il dolore neuropatico indotto da chemioterapia. Grazie a queste conoscenze, il team potrà sviluppare una nuova classe di peptidi sintetici per attraversare la barriera e favorire la somministrazione diretta di farmaci, aprendo nuove prospettive terapeutiche per disturbi dei nervi periferici. Oggi, rimarca Bonanomi, "la mancanza di conoscenze approfondite sulla barriera emato-nervosa limita lo sviluppo di trattamenti efficaci e impedisce di intervenire in modo mirato.

MINerVA nasce proprio per colmare questo vuoto: comprendere la struttura e il funzionamento della barriera significa aprire nuove strade terapeutiche per milioni di pazienti che oggi convivono con sintomi invalidanti e poche opzioni di cura. Il progetto si propone di trasformare questa interfaccia neurovascolare da enigma biologico a bersaglio terapeutico". Bonanomi, nato a Bergamo nel 1976, dal 2015 è responsabile dell'Unità di Neurobiologia molecolare dell'Irccs ospedale San Raffaele meneghino, si legge nella nota.

Dopo aver studiato Biologia all'università di Milano, ha conseguito un dottorato in Biologia cellulare e molecolare al San Raffaele dove, sotto la supervisione di Flavia Valtorta, ha studiato il traffico di membrana nei neuroni e il traffico delle vescicole sinaptiche. Ha poi svolto attività di ricerca post-dottorato al Salk Institute for Biological Studies (La Jolla, California) nel laboratorio di Samuel Pfaff, occupandosi dello sviluppo dei motoneuroni, della navigazione assonale e della formazione dei circuiti neuromuscolari.

Ha successivamente ricevuto un finanziamento Erc Starting Grant e il Career Development Award dalla Fondazione Giovanni Armenise–Harvard, che gli hanno permesso di fondare il suo laboratorio al San Raffaele come responsabile del gruppo dellìUnità di Neurobiologia molecolare. La sua attività di ricerca si concentra sulle interazioni neurovascolari durante lo sviluppo e la rigenerazione nervosa, e sui meccanismi patologici coinvolti nei disturbi neurodegenerativi come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Nel corso della sua carriera ha ricevuto altri riconoscimenti, tra cui la borsa di studio della Fondazione italiana sclerosi multipla (2002) e il premio Antonio Marzullo per la ricerca universitaria conferito dall'università di Trieste (2000).

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