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L’adozione dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore farmaceutico è un fenomeno in crescita, ma non senza difficoltà.
In Italia, molti professionisti del settore si trovano a dover fare i conti con timori e incertezze riguardo a questa tecnologia. Questo articolo esplora il punto di vista di Gianluca Cammarata, un farmacista esperto in IA, per comprendere le reali opportunità e i rischi associati a questa evoluzione.
In Italia, l’integrazione dell’IA nelle farmacie è ancora in fase embrionale. A differenza di paesi come gli Stati Uniti, dove molte farmacie già utilizzano piattaforme di intelligenza artificiale, in Italia il numero di implementazioni è limitato.
Secondo Cammarata, il nostro Paese conta solo poche centinaia di farmacie che sfruttano queste tecnologie, mentre in Cina si stanno testando modelli avanzati, come il riconoscimento facciale, che in Europa sono ostacolati da normative rigide.
Il contesto normativo europeo, sebbene chiaro, risulta complesso e spesso rallenta l’adozione delle nuove tecnologie. La presenza di regole come il GDPR e il futuro AI Act impone requisiti severi per la protezione dei dati, il che, sebbene garantisca la sicurezza, frena l’innovazione nel settore sanitario.
Questo scenario spinge molte startup a concentrarsi su soluzioni commerciali, piuttosto che su quelle sanitarie.
Oltre agli ostacoli normativi, la vera sfida è di tipo culturale. È fondamentale che i farmacisti riescano a vedere l’IA non come una minaccia, ma come un’opportunità per valorizzare la loro professione. Cammarata sottolinea che la presenza capillare delle farmacie sul territorio rappresenta un vantaggio competitivo rispetto alle piattaforme online, rendendo possibile una sinergia tra tecnologia e servizio umano.
Un altro aspetto cruciale è la formazione. L’IA opera sulla base di modelli probabilistici, il che implica che i farmacisti devono essere in grado di interpretare e comprendere i risultati forniti da queste tecnologie. È essenziale che i professionisti del settore siano preparati a gestire i nuovi strumenti e a riconoscerne i limiti e le potenzialità.
Nonostante le sfide, ci sono già soluzioni di IA che le farmacie possono adottare.
Ad esempio, l’IA è particolarmente efficace per gestire attività che richiedono adattamento e personalizzazione, piuttosto che operazioni semplicemente ripetitive. Questo significa che i farmacisti possono utilizzare l’IA per migliorare l’efficienza dei loro servizi, liberando tempo per interazioni più significative con i pazienti.
Il vero potenziale dell’IA sta nel suo utilizzo per ottimizzare processi già esistenti. Grazie all’automazione di attività ripetitive e prevedibili, i farmacisti possono dedicarsi maggiormente a consulenze specialistiche e alla costruzione di relazioni umane con i clienti, aspetti che rimangono ineguagliabili anche nell’era digitale.
L’intelligenza artificiale presenta un’ampia gamma di opportunità per le farmacie italiane, ma per sfruttarle è necessario un cambio di mentalità. Solo così si potrà trasformare questa tecnologia da una percepita minaccia a un prezioso alleato professionale.