Investire nella Ricerca Clinica: Un Vantaggio per la Salute e l’Economia Italiana

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La ricerca clinica rappresenta un pilastro essenziale non solo per il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche per la prosperità economica dell’Italia.

In un contesto in cui l’innovazione medica avanza rapidamente, è cruciale che il Paese intensifichi gli sforzi in questo ambito per garantire un miglioramento della qualità della vita dei cittadini e mantenere la competitività nel panorama internazionale.

In questo quadro, l’evento ANSA Incontra, previsto per il 17 novembre, si propone di affrontare il tema della ricerca clinica con la partecipazione di figure chiave delle istituzioni e dell’industria. Le personalità presenti includono Andrea Lenzi, Presidente del CNR, e Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento del Ministero della Salute, assieme a rappresentanti del settore privato come Alfredo Galletti di Novo Nordisk Italia.

Investire nella ricerca come priorità strategica

Il messaggio chiave emerso durante l’evento è che la ricerca scientifica non deve essere considerata una spesa, ma piuttosto un investimento strategico. Questo concetto ha guidato le discussioni nel corso dell’incontro “Il valore della ricerca: innovare per curare, investire per crescere”, svoltosi presso l’Istituto Luigi Sturzo. Qui, si è evidenziato come un maggiore investimento nella ricerca possa rafforzare il Sistema Sanitario Nazionale e, di conseguenza, migliorare le prospettive economiche del Paese.

Riconoscere il valore economico della ricerca

Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato che l’investimento nella ricerca biomedica genera un ritorno economico significativo. Ogni euro speso in ricerca può portare a risparmi dieci volte superiori, evidenziando così l’importanza di non sottovalutare il valore economico di queste attività.

Affrontare le sfide burocratiche e normative

Un ostacolo rilevante all’efficacia della ricerca in Italia è rappresentato dalla burocrazia e dalla frammentazione delle normative.

Guido Rasi, ex direttore dell’EMA, ha messo in luce come la governance italiana sia troppo dispersiva rispetto ad altri Paesi europei. Per migliorare la competitività, è necessario semplificare le procedure e garantire che tutti i comitati etici operino in modo uniforme, evitando differenze di approccio anche tra comitati vicini.

Proposte per una governance più efficace

Graziano Lardo, Direttore Generale della Ricerca al Ministero della Salute, ha annunciato che il Ministero sta lavorando a un decreto volto a razionalizzare la governance della ricerca biomedica.

Questa iniziativa mira a semplificare le procedure e a rendere più agevole la partecipazione degli istituti italiani nelle sperimentazioni cliniche. La creazione di un contratto unico per la ricerca clinica è un passo verso questa direzione.

Costruzione di un ecosistema di ricerca coeso

Maria Domenica Castellone, vicepresidente del Senato, ha evidenziato che l’Italia investe ancora troppo poco nella ricerca, circa l’1,5% del PIL, rispetto a una media europea che supera il 2%.

È fondamentale creare un ecosistema nazionale che valorizzi il lavoro dei ricercatori e permetta la rete tra le eccellenze del Paese. Un Libro Bianco della ricerca è in fase di sviluppo per definire obiettivi chiave e strategie.

Il ruolo dei pazienti nella ricerca clinica

Un aspetto cruciale emerso durante la discussione è il coinvolgimento attivo dei pazienti. Dominique Van Doorne, responsabile dell’Accademia del Paziente Esperto EUPATI, ha affermato che i pazienti devono essere parte integrante del processo di ricerca.

Questo approccio non solo rende la ricerca più credibile, ma assicura anche che le necessità dei pazienti siano tenute in considerazione fin dalle fasi iniziali.

L’evento ha tracciato un percorso chiaro verso un modello di ricerca integrata in Italia, in cui pubblico e privato collaborano per massimizzare l’impatto sociale ed economico. Solo attraverso una visione condivisa e una governance efficace sarà possibile costruire un futuro migliore per la salute dei cittadini e per l’economia del Paese.