Karkadè: il famoso infuso di ibisco dai molti benefici per il fegato

Condividi

Il karkadè, noto anche come “tè di ibisco”, è una bevanda che deriva dai calici (sepali) essiccati dei fiori scarlatti, carnosi e profumati, della pianta Hibiscus sabdariffa.

L’infuso a base di karkadè, conosciuto in tutto il mondo, si prepara in maniera simile al classico tè, e può essere consumato sia caldo che freddo. La bevanda che si ottiene possiede un inconfondibile colore rosso intenso e un gusto leggermente acidulo.

Il karkadè non possiede principi attivi eccitanti e non contiene caffeina.

Il karkadè può essere sfruttato anche per uso esterno: la presenza di mucillagini e polifenoli ne consente l’applicazione a livello cutaneo come lenitivo o doposole.

I benefici del karkadè sul fegato: i componenti e la loro azione

Si ritiene che la maggior parte dei danni al fegato siano dovuti alla formazione di radicali liberi e i composti chimici di questa pianta sono in grado di contrastarla efficacemente.

Il consumo della bevanda è infatti utile per agevolare la digestione, eliminare le scorie metaboliche e quindi depurare reni, intestino e fegato e per combattere la stipsi (azione leggermente lassativa) ed in uno studio su ratti, l’estratto di ibisco ha aumentato il numero di enzimi antiossidanti e ridotto gli effetti dannosi dei radicali liberi fino al 92%

Il karkadè contiene:

  • Flavonoidi, quercetina, luteolina e suo glicoside, acido clorogenico, gossipetina, ibiscetina, fenoli, alcuni acidi fenolici e antociani.

    Questi composti bioattivi sono stati segnalati in molti studi per i potenti effetti antiossidanti, antinfiammatori, anti-cancerogeni e possono anche aiutare a controllare il diabete, prevenire le malattie cardiovascolari, obesità, patologie che possono danneggiare seriamente il fegato e le sue funzioni.

  • Acidi organici, sono l’elemento caratteristico del karkadè, in quanto rappresentano il 15-30% della sostanza secca: acido ibiscico, acido citrico, acido tartarico e acido malico ideali per proteggere il fegato grazie ai loro effetti disinfettanti e antinfiammatori.

    E’ presente anche l’acido ossalico, responsabile di un potenziale effetto anti nutrizionale.

  • Mucillagini: esercitano la funzione di fibra alimentare prebiotica e benefica per l’intestino e naturalmente lenitive e disinfiammanti delle mucose.
  • Tannini: contrastano i radicali liberi, favoriscono la circolazione, abbassano il colesterolo cattivo
  • Fitosteroli: sono steroli vegetali che, in quantità significative, possono migliorare la colesterolemia che incide negativamente sulle funzioni epatiche (fegato grasso)
  • Vitamina C: è un potentissimo antiossidante, fattore necessario per la sintesi di collagene ed elemento di supporto del sistema immunitario
  • Minerali e vitamine: calcio, fosforo, ferro, potassio, sodio, magnesio, manganese e rame, vitamina A, le vitamine B1, B2, B3, B6.

    Presente anche il beta-carotene. In sinergia supportano il metabolismo agendo come antiossidanti.

I benefici per il fegato del karkadè: gli studi sulla protezione dai danni ossidativi

Gli studi hanno dimostrato che il karkadè promuove la salute del fegato aiutandolo a funzionare in modo efficiente:

  • Uno studio sui criceti ha messo in luce le proprietà epatoprotettive del karkadè, dimostrando che il trattamento ha ridotto il danno epatico. Un altro studio sugli animali ha riferito che l’estratto di ibisco ha aumentato del 65% gli enzimi disintossicanti nel fegato dei ratti.

  • Uno studio condotto su persone con sindrome metabolica ha rilevato che l’assunzione per 31 giorni di karkadè (100 mg/die) è stata in grado di ridurre il danno epatico.
  • Uno studio su 19 persone in sovrappeso ha scoperto che l’assunzione di estratto di ibisco per 12 settimane ha migliorato la steatosi epatica (accumulo di grasso che può portare a insufficienza).
  • Sono stati inoltre effettuati numerosi studi riguardanti la composizione chimica dei calici di ibisco e l’impiego dei suoi principi attivi antiossidanti (antociani) per la protezione di fegato e reni nei danni causati da chemio e radioterapia.

    Nel caso specifico della chemioterapia, in uno studio condotto dai ricercatori della Niger Delta University, è stato dimostrato che il karkadè (l’estratto di ibisco) riduce i danni causati dal chemioterapico. Durante l’esperimento è stata somministrata a ratti una certa dose di cisplatino (chemioterapico) seguita da una dose di ibisco cento volte superiore.

  • Anche nella radioterapia ci sono stati buoni risultati: sono stati trattati con radioterapia due gruppi di ratti che hanno sviluppato danni al fegato e solo il primo gruppo è stato trattato anche con etratto di ibisco.

    A distanza di cinque settimane, nel primo gruppo vi era una sopravvivenza dell’80% dei ratti, contro il 40% nel gruppo trattato solamente con radiazioni.

Karkadè: benefici sul fegato ma non senza controindicazioni

Il karkadè non ha particolari controindicazioni, ma attenzione però a non abusarne, soprattutto in gravidanza.

Inoltre, in virtù delle sue proprietà depuranti su fegato, reni e intestino, può avere effetto lassativo e anti-ipertensivo. Non è pertanto consigliato a chi soffre di pressione bassa, colite con diarrea o infiammazioni intestinali importanti.

In generale, comunque, è sempre bene non superare le 3 tazze al giorno e rivolgersi al proprio medico per ogni informazione che riguarda gli effetti sulla salute.